10) Lc 2,15-20 04/12/19

1. Il testo

15E avvenne, come andarono via da loro verso il cielo gli angeli, che i pastori dissero tra loro: «Passiamo fino a Betlemme e vediamo questa parola che è avvenuta che Dio ci ha fatto conoscere. 16E andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il neonato che giaceva nella mangiatoia. 17Avendo visto fecero conoscere la parola detta loro su questo bambino. 18E tutti quelli che udivano si stupivano delle cose che erano state dette dai pastori a loro. 19Maria custodiva tutte queste parole mettendole insieme nel suo cuore. 20E tornarono indietro i pastori glorificando e lodando Dio per tutte le cose che udirono e videro secondo quanto era stato detto loro.

2. Il messaggio

                15E avvenne, come andarono via da loro verso il cielo gli angeli, che i pastori dissero tra loro: «Passiamo fino a Betlemme e vediamo questa parola che è avvenuta che Dio ci ha fatto conoscere. La grande gioia annunciata legata ad una promessa è la prima cosa che accade nel brano. Non appena termina la visione, dopo che gli angeli sono andati via, i pastori si dicono: «Passiamo fino a Betlemme e vediamo questa parola che è avvenuta». Il primo elemento che emerge è che la Parola si vede, questo richiama Genesi 1: «e Dio disse: sia la luce e luce fu, e Dio disse e accadde», ovvero la dimensione della Parola che non si ascolta ma si vede. Si tratta di una considerazione tuttavia ancora imperfetta; è necessario leggere la seconda frase «che Dio ci ha fatto conoscere», in cui l’evangelista spiega che la Parola per esser vista dev’essere conosciuta.

                Quello che sta accadendo è Parola nella misura in cui la ascoltiamo, nella misura in cui è creduta da noi, perché il conoscere implica già un’accettazione della Parola stessa. Questa prima dinamica dovrebbe interrogarci sul fatto che possiamo vedere l’azione di Dio nella nostra vita nella misura in cui ascoltiamo la sua Parola. Dalla decisione si passa poi all’azione, riconoscendo quello che già si conosce. 16E andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il neonato che giaceva nella mangiatoia. 17Avendo visto fecero conoscere la parola detta loro su questo bambino. I pastori vanno, trovano e annunciano, è una triplicazione della conoscenza, Dio ha fatto conoscere, essi vanno, riconoscono il bambino e fanno conoscere ai presenti. Si tratta di qualcosa che va oltre la fede (che è il primo momento che appartiene all’ascolto in assenza di segni), è una conferma della fede che viene poi annunciata. Ciò che sorprende è che gli ascoltatori e Maria sono dei personaggi del tutto secondari, poiché sono quelli che ricevono l’annuncio.

                20E tornarono indietro i pastori glorificando e lodando Dio per tutte le cose che udirono e videro secondo quanto era stato detto loro. I pastori glorificano Dio per quello che hanno visto e udito secondo quanto è stato detto loro. I pastori tornano con un’esperienza che è accresciuta, ed è importante l’ordine delle parole utilizzato dall’evangelista: quello che hanno visto è esattamente quello che è stato predetto, il bambino avvolto in fasce. Hanno anche udito lo stupore dei presenti al ritorno della loro predicazione: questo significa che nell’atto di esercitare la testimonianza siamo confermati nella nostra fede: in tale dinamica la fede è aumentata. E’ interessante notare che l’azione di costoro è simile a quella degli angeli che glorificano Dio: gli angeli glorificano Dio sin dall’inizio, i pastori invece lo fanno solo dopo aver fatto esperienza, obbedendo all’annuncio. Si fa esperienza della gloria di Dio non soltanto ricevendo l’annuncio, ma obbedendo a questo annuncio: come i pastori, che vanno, trovano, fanno conoscere e, quindi, quelli che ascoltano restano stupiti.

                18E tutti quelli che udivano si stupivano delle cose che erano state dette dai pastori a loro. 19Maria custodiva tutte queste parole mettendole insieme nel suo cuore. Maria ha un atteggiamento diverso, CUSTODISCE – letteralmente “CUSTODISCE CON”, “CUSTODISCE INSIEME”. Ella getta-insieme tutte queste parole nel suo cuore e le medita, perché crede fermamente che queste parole provengano da Dio: “LE GETTA” nel cuore tutte insieme. Queste sono le operazioni della lectio divina: ripetere, riflettere, custodire, sapendo che questo non comporta necessariamente il capire. Interessante è che Maria riceve dai pastori parole che sono dette da Dio sul figlio, ed ha l’umiltà di accogliere dagli ultimi il messaggio che riguarda il figlio, impara dall’annuncio dei pastori perché crede che quell’annuncio proviene da Dio. Questo elemento è quello più luminoso del brano sebbene ad esso venga dedicato solo un piccolo versetto. Maria è silenziosa ma molto recettiva, è un modello esemplare. Sia in Maria che nei pastori viene sottolineato un elemento: l’ACCOGLIENZA. Il modo con cui si accoglie la Parola è l’aspetto fondamentale che emerge da questo brano: infatti ciò che resta è che i pastori sono andati a vedere una PAROLA, il resto è fuorviante.

                La condizione dei pastori è una condizione che permette loro di credere ad un segno povero, misero. I pastori, rispetto a Zaccaria che è sacerdote, credono all’annuncio dell’angelo. La condizione dei pastori è una condizione di fede privilegiata, sono nella condizione di credere a quel segno misero, un bambino avvolto in fasce in una mangiatoia. Viene da chiedersi se questo segno avrebbe convinto qualcun altro. I pastori vegliano di notte sul loro gregge, il gregge sta loro a cuore, sono persone di semplicità e povertà, s’intravede in loro un modello. Il sacerdote (Zaccaria) fallisce, il pastore di greggi invece no. È necessaria la semplicità per accogliere la Parola: più si diventa complicati e artefatti, più ci si allontana dalla semplicità di Dio. Anche Maria prende le cose così come sono e le conserva nel cuore senza filtri. Si tratta della dinamica della rivelazione che comprende il Rivelante (Dio), lo strumento (qui i pastori) e i destinatari (qui Maria, Giuseppe e gli altri).

3. Le risonanze personali

                vv. 15-20 Attraverso la parola di un altro essere umano l’uomo pecca (Eva ad Adamo) e perde Dio, attraverso la parola di un altro essere umano l’uomo ritrova Dio. Questo mi porta a riflettere sull’importanza della condivisione: Dio si manifesta attraverso la condivisione di ciò che Lui vuole rivelarci. Si manifesta all’uomo attraverso gli uomini che l’hanno incontrato, e questi sono uomini che cambiano rotta, che passano da essere uomini di grande paura a uomini che lodano Dio perché hanno visto Lui e la sua salvezza, hanno creduto alla sua parola e lo annunciano. È importante fare esperienza di Gesù per cambiare la nostra vita e poterlo così portare agli altri. I pastori, per cambiare, hanno creduto alla Parola che gli è entrata nell’intimo («questa parola che Dio ci ha fatto conoscere»: conoscere nella bibbia è un termine che indica intimità).

                vv. 15-20 Nella loro semplicità i pastori (vogliono vedere il bambino, non adorarlo), rispondono con fede alla venuta degli angeli, perché riconoscono che Dio ha rivelato loro una Parola e che Lui ha voluto che la conoscessero. È la consapevolezza che Dio ha voluto che loro conoscessero quella Parola a far muovere (e in fretta) i pastori e a far cambiare loro tragitto (andiamo fino a Betlemme). «Dio ci ha fatto conoscere»: sembra una forma di gratitudine a Dio per la parola ricevuta, che comporta un’azione sollecita. Ringrazio Dio per la parola ricevuta e do un seguito concreto a questo ringraziamento? Il ringraziamento si traduce in azione?

                vv. 15-20 Il popolo si stupisce della parola dei pastori così come si stupisce della parola di Zaccaria («Giovanni è il suo nome»), e si stupisce perché accade qualcosa di inaspettato: i pastori ,gretti e ignoranti, lodano Dio perché hanno visto degli angeli e un bambino. Il popolo si ferma alla parola dei pastori, non a quella di Dio o degli angeli, e si stupisce delle parole dette a loro dai pastori, invece di stupirsi delle parole dette dagli angeli sul bambino. I pastori nella loro semplicità riconoscono la fonte della Parola, che è Dio, e lo stesso fa Maria, che non si ferma a chi porta l’annuncio, ma va oltre. Il pregiudizio impedisce alla parola di Dio di arrivare, mentre Maria non si sofferma sul chi porta questa parola, la accoglie e basta , anzi, la custodisce come si fa con le cose preziose.

                Riflessione sulla parola custodire: custodire non è conservare, è avere cura, è tornare sulla cosa custodita per guardarla, è non perderla di vista. Chi custodisce fa attenzione a che, ciò che è custodito, non venga postato via o corrotto. Custodire la parola è continuare a guardarla, ascoltarla, e impedire a qualsiasi cosa di portarla via o corromperla, per esempio relativizzandola.

                vv. 15-20 I pastori fanno una vera e propria esperienza di Dio : vanno a vedere la Parola . Questo vedere lì porta a camminare fino a Betlemme. Quindi i pastori dopo aver udito hanno accolto e si incamminano . Arrivando a Betlemme vedono Maria e Giuseppe con il bambino , i pastori si stupiscono perché la Parola di Dio si trova davanti a loro e confermano quello che già sanno , annunciano nuovamente la Parola e Maria ascolta e tiene tutto nel suo cuore , perché sa che tutto quello che sta succedendo viene da Dio . Inoltre ha l’umiltà di cogliere e ricevere la parola dai pastori È un momento di scambio che produce fedeltà di entrambi i protagonisti nei confronti di Dio . Il brano ci insegna come ascoltare la parola , perché nella misura in cui ascoltiamo che possiamo vedere Dio nella nostra vita .

                vv. 15-20 In questo passo agiscono i pastori e la loro azione ricade su Maria e coloro che ascoltano. I pastori si mettono in viaggio in fretta per verificare la Parola, coloro che ascoltano si stupiscono e Maria custodisce tutto nel suo cuore. Queste tre reazioni rispetto all’annuncio e alla testimonianza mi sembrano tre modi diversi di vivere la fede. I pastori fanno esperienza di una parola a cui credono e tornano indietro cambiati glorificando Dio, gli ascoltatori si stupiscono, ma non sappiamo se questo stupore li porta a credere alla Parola mentre Maria custodisce la parola. Mi sono chiesta qual è la mia reazione di fronte alla Parola. Mi stupisco ma non agisco o riesco a custodire la Parola anche quando non capisco immediatamente quale è l’azione di Dio nella mia vita? Inoltre i pastori mi fanno riflettere sul fatto che, se accolgo la Parola questa è in grado di accrescere la mia fede e farmi cambiare.