14) Lc 3,1-9 12/02/20
1. Il testo
3,1Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato governava la Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, Filippo suo fratello tetrarca della Iturea e della regione della Traconide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdote Anna e Caifa, avvenne la parola di Dio su Giovanni figlio di Zaccaria, nel deserto.
3E venne in tutta la regione intorno al Giordano annunciando un battesimo di penitenza per il perdono dei peccati, 4 come è scritto nel libro delle parole di Isaia, il profeta: «Voce di uno che grida nel deserto, preparate la strada del Signore, fate diritti i suoi sentieri. 5Ogni valle sia riempita e ogni monte e colle sia abbassato, e siano [i passi] tortuosi diritti, e siano i [luoghi] impervi strade piane. 6E ogni carne vedrà la salvezza di Dio».
7Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Progenie di vipere, chi vi ha mostrato di fuggire dall’ira prossima? 8fate dunque frutti degni di conversione e non cominciate a dire tra voi: “abbiamo come padre Abramo”. Dico infatti a voi che può Dio da queste pietre far sorgere figli ad Abramo. 9Già la scure giace verso la radice degli alberi; ogni albero, dunque che non porta frutto buono è tagliato e gettato nel fuoco».
Il messaggio
Nel racconto dell’evangelista si possono distinguere tre momenti. Il primo (vv. 1-2) fa riferimento ad una restituzione storica: 3,1Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato governava la Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, Filippo suo fratello tetrarca della Iturea e della regione della Traconide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdote Anna e Caifa. Le coordinate cronologiche aiutano a sapere chi erano coloro che governavano al tempo partendo dall’Imperatore fino ad arrivare a coloro che governavano le zone descritte nel racconto.
In questo contesto di autorità e potere, che ricorda la nascita di Gesù, in cui Cesare Augusto comanda un censimento di tutta la terra, compare un accadimento: 2avvenne la parola di Dio su Giovanni figlio di Zaccaria, nel deserto. Questo ci permette di comprendere che la Parola non è semplicemente qualcosa che viene detta, ma qualcosa che, nel momento in cui viene annunciata, si realizza. La notazione «su Giovanni figlio di Zaccaria nel deserto» fa emergere l’opposizione con i grandi governatori che sono stati annunciati, e sottolinea che la parola Dio si ferma, accade, si realizza per un uomo che è nel deserto, luogo dell’assenza degli uomini e della presenza di Dio.
Sin dai primi versetti del brano si può dedurre che questo è un racconto di vocazione, perché, come già detto più volte, la vocazione, che sia religiosa o matrimoniale, è la Parola che Dio dà personalmente a tutti noi, è una parola che Dio mette nel nostro cuore, ed ognuno di noi ha il compito di scoprire quale sia questa Parola.
In un secondo momento (vv. 3-6) ci viene raccontato in cosa consiste questa vocazione: 3E venne in tutta la regione intorno al Giordano annunciando un battesimo di penitenza per il perdono dei peccati, 4 come è scritto nel libro delle parole di Isaia, il profeta: «Voce di uno che grida nel deserto, preparate la strada del Signore, fate diritti i suoi sentieri. 5Ogni valle sia riempita e ogni monte e colle sia abbassato, e siano [i passi] tortuosi diritti, e siano i [luoghi] impervi strade piane. 6E ogni carne vedrà la salvezza di Dio». Giovanni Battista annuncia «un battesimo di penitenza per il perdono dei peccati», questa è la sua missione, e questo annuncio corrisponde ad una Parola che è quella di Isaia.La vocazione di Giovanni Battista, la parola che Dio gli ha dato è quella di essere «voce di uno che grida nel deserto». L’identità di Giovanni è quella di essere voce per portare un messaggio, ovvero la Parola che gli viene rivolta da Dio: «preparate la strada del Signore, fate dritti i suoi sentieri».
A tutti viene richiesto di preparare la strada perché il Signore sta venendo, questa immagine significa far in modo che il cammino per il Signore che viene sia agevole, di modo che «ogni valle sia riempita e ogni monte e colle sia abbassato»: valli, monti e colli sono movimenti del terreno che impediscono una visuale. Per carne s’intende l’uomo, ed ogni uomo vedrà la salvezza perché non c’è nessun ostacolo, avvallamento o innalzamento, per visualizzare la salvezza: Gesù. Il compito, la vocazione di Giovanni Battista, è descritta da questa parola di Isaia. Questa è la parola che si compie nel deserto.
Nella terza parte del brano (vv. 7-9) si assiste all’attualizzazione del compito di Giovanni. Nonostante possa sembrare un linguaggio molto forte, ha in realtà un carattere paterno, perché lo spirito di Giovanni Battista è pieno di grande zelo per il Signore. Questo si traduce in una durezza del messaggio, anche se ha come fine il perdono del peccato: viene richiesto un pentimento per essere perdonati. Il duro compito di Giovanni richiede anche una durezza da parte sua affinché la sua vocazione si possa realizzare. Egli – per la sua vicinanza a Dio – ha una sensibilità accentuata rispetto alla dimensione di peccato, per cui denuncia la presenza della trasgressione.
Il passaggio è straordinario perché ci consente di vedere la dinamica di una vocazione che è ascoltata, accolta e tradotta. 7Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Progenie di vipere, chi vi ha mostrato di fuggire dall’ira prossima? 8iate dunque frutti degni di conversione e non cominciate a dire tra voi: “abbiamo come padre Abramo”. Giovanni invita a non fuggire dal peccato ma a chiedere perdono, riconoscere il peccato, e convertirsi. La frase «abbiamo come padre Abramo» si riferisce al non trovare alibi al proprio peccato, considerandosi progenie, figli della promessa a cui la salvezza è dovuta.
8 Dico infatti a voi che può Dio da queste pietre far sorgere figli ad Abramo. Far sorgere significa che Dio può far sorgere un’altra discendenza, andando così ad eliminare il senso di unicità legato alla salvezza; anche dalle pietre possono sorgere figli ad Abramo, figli che diventano poi della discendenza di Abramo. Questo messaggio serve per scardinare una sicurezza che poi non porta a fare frutti di conversione.
9Già la scure giace verso la radice degli alberi; ogni albero, dunque che non porta frutto buono è tagliato e gettato nel fuoco». Con questa frase si fa riferimento ad una imminenza temporale. Se non siamo alberi che portiamo frutti di conversione veniamo tagliati e gettati nel fuoco. Si richiama anche l’imminenza della conversione per schiodare il pensiero di aver infinite possibilità di conversione, che deve essere adesso.
In definitiva, queste parole di Giovanni sono l’interpretazione della parola di Isaia di raddrizzare le vie al Signore, abbassare i colli ed innalzare le valli. Dobbiamo convertici, non trovare scuse e metterci davanti al nostro peccato. Questo è il compito di ogni cristiano, preparare la via al Signore, perché l’azione di convertire i cuori spetta a Gesù, noi, in quanto strumenti del Signore, possiamo aiutare le persone ad aprire gli occhi sulla realtà della loro vita. L’esperienza di Giovanni Battista deve dunque essere l’esperienza di ciascuno nei termini di scoprire la propria vocazione. Giovanni nel deserto scopre qual è la sua Parola. La nostra invece qual è? Che parola Dio ha dato a noi? Per ascoltare la Parola di Dio dobbiamo vivere il deserto (deserto quotidiano, ritiri e summer lectio sono delle opportunità).
La predicazione di Gesù è diversa da quella di Giovanni. Gesù, dicendo: «Il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1, 15), porta una Parola diversa. Ci sono diversi modi di ricevere la Parola di Dio, di comprenderla, di interpretarla e di portarla. Quella di Giovanni è una parola dura, che deve scuotere, risvegliare, mentre quella di Gesù ha un tratto diverso. Ognuno di noi è invitato a riflettere e ad interrogarsi su quale Parola il Signore abbia consegnato.
3. Le risonanze personali
vv. 1-9 Giovanni è chiamato da Dio a svolgere un ruolo importante: far convertire tutto il popolo. Dio può cambiare tutto ma solo per chi sa seguire Dio. La conversione è il centro del discorso infatti deve essere una conversione totale, che si realizza attraverso i fatti e non solo per dire di essere figlio di Abramo. La prima parte del brano (vv. 1-2) mi fa comprendere due cose: la prima è che la menzione dei governatori Erode ( sovrano che ordina la strage degli innocenti), Anna e Caifa ( sommi sacerdoti che partecipano al processo contro Gesù), e Ponzio Pilato (che condanna a morte Gesù), possano simboleggiare l’inizio di una nuova pagina del Vangelo, rispetto a quanto letto sino ad adesso e che riguarda la nascita e fanciullezza di Gesù. Il secondo elemento è che ritorna la presenza del verbo «avvenne» proprio per sottolineare che stiamo leggendo qualcosa che afferisce all’imminente realizzazione della parola di Dio.
v. 8 Nonostante la durezza che passa dalle parole dette da Giovanni, in questa frase percepisco accoglienza di tutti, anche rispetto alla mia attribuzione di giudizio rispetto ad alcune situazioni che reputo “senza speranza”, perchè Dio può far sorgere qualcosa di buono anche dalle pietre, dai cuori più duri.
v. 9L’immagine dell’albero, fa intendere l’interezza con cui ci si riferisce all’uomo, che non è visto nelle sue singole parti. E’ fondamentale lavorare su diversi piani della propria vita per portare frutto e non morire interamente.
vv. 1-9 Il brano mi ha innanzitutto colpita perché, dopo tanti brani molto noti, questo non l’avevo mai letto. Eppure esso segna un compimento, la Parola di Dio si compie, a distanza di anni, in una cornice storica (stessa cosa che nel brano della nascita di Gesù). Tuttavia questa Parola che si compie porta con sè tanta durezza. Le parole di Giovanni sono dure, non le comprendo appieno, ma mi risuonano dentro soprattutto i vv. 7-8. Il popolo è accusato di fuggire e di dare tante cose per scontate. L’ho visto come un richiamo allo stare, per portare frutto, al non fuggire, dando per scontato ‘il nostro Padre Abramo’, la nostra fede.
vv. 1-9 Dio incontra Giovanni nel deserto e affida la sua missione : battesimo di penitenza per il perdono dei peccati, lo fa attraverso le parole del profeta Isaia , che indica la via per fare entrare Gesù nel nostro cuore, «preparate le strade del signore e fare diritte i suoi sentieri». In queste parole troviamo la dimensione per metterci in cammino e trovare la nostra vocazione; così come Giovanni ci parla di lealtà e di fare i conti con i nostri peccato e di pentirci realmente. Giovanni ci invita alla conversione totale sia per trovare una nostra vocazione e sia per non badare ad altre vie perché esiste una sola strada che è quella di Dio.