17) Mt 6,16-24 – 11/10/2023

1.  Il Testo

16Quando digiunate, non siate tristi come gli ipocriti, sfigurano infatti il loro volto così da apparire agli uomini che digiunano. In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa. 17Tu, invece, digiunando, ungiti il capo e lavati il volto, così che non appaia agli uomini che digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto. 18E il Padre tuo che vede nel segreto ti restituirà. 19Non tesorizzate per voi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine sfigurano e dove ladri scassinano e rubano. 20.Tesorizzate, invece, per voi tesori in cielo, dove né tignola, né ruggine sfigurano e dove ladri non scassinano né rubano.21Dove infatti è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. 22Lucerna del corpo è l’occhio, se dunque il tuo occhio è semplice, tutto il corpo tuo sarà luminoso. 23Se il tuo occhio è, invece, malvagio, tutto il corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto [sarà] la tenebra! 24Nessuno può servire a due signori. O infatti odierà l’uno e amerà l’altro, o uno preferirà e l’altro deprezzerà. Non potete a Dio servire e a Mammona.

2.  Il Messaggio

16Quando digiunate, non siate tristi come gli ipocriti, sfigurano infatti il loro volto così da apparire agli uomini che digiunano. In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa. La prima considerazione da fare è che Gesù affronta il tema del digiuno subito dopo il “Padre nostro”, in cui Egli ha voluto parlare, in particolare, di una disposizione da tenere nella preghiera. E, dopo aver spiegato ai discepoli quale dev’essere questa disposizione, comincia a parlare del digiuno. Gesù vuol farci capire che, anche per il digiuno, ciò che conta è la disposizione con cui noi compiamo una certa azione. Allora, il digiuno è un’azione che si fa per Dio, che io decido di fare per Dio, oltre la preghiera. Ricorda molto quello di cui parla spesso papa Francesco, riguardo ad una Chiesa che deve uscire dagli edifici ecclesiastici, per entrare nella nostra vita. Il digiuno, quindi, è un’azione che scegliamo di compiere, ulteriore alla preghiera, perché attraverso una nostra privazione, vogliamo offrire qualcosa a Dio. Esso va vissuto in una dimensione di offerta a Dio e per Dio, non per gli altri.

17Tu, invece, digiunando, ungiti il capo e lavati il volto, così che non appaia agli uomini che digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto. 18E il Padre tuo che vede nel segreto ti restituirà. Se il digiuno va fatto per Dio e non per gli altri, non bisogna sfigurarsi perché non deve apparire agli altri, e non c’è altro modo che farlo nel segreto, perché è lì che Dio abita, Dio abita il mio segreto. Ritorna qui la dimensione del segreto, che Gesù aveva evidenziato anche in precedenza, a proposito dell’elemosina e della preghiera (Mt 6,1-6). Il Padre nostro ci ha insegnato una giusta disposizione che dobbiamo avere nella preghiera, il digiuno ci parla di come fare qualcosa per Dio, di come offrire una nostra azione a Dio, oltre la preghiera. E Gesù continua ad approfondire.

            19Non tesorizzate per voi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine sfigurano e dove ladri scassinano e rubano. 20.Tesorizzate, invece, per voi tesori in cielo, dove né tignola, né ruggine sfigurano e dove ladri non scassinano né rubano. In questa seconda distinzione, Gesù ci fa capire che se accumuliamo il nostro sguardo è rivolto verso la terra, mentre tesorizzare per Dio significa tesorizzare in cielo. Ciò che accumuliamo in terra si consuma, si perde, mentre tesorizzare per Dio, tesorizzare in cielo significa non voler ottenere qualcosa adesso, sulla terra, qualcosa che si perde. Non è l’uso ciò che conta, non posso dire “io ho molti beni, ma li uso in modo giusto”. Il fatto stesso di accumulare, dice Gesù, non è cosa buona.

21Dove infatti è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. E la decisione di tesorizzare sulla terra o in cielo ha a che fare anche con il nostro cuore. A seconda di dove accumuliamo, in terra o in cielo, si modifica anche il nostro cuore, la nostra identità che si consuma o si arricchisce, cioè si realizza in pienezza, a seconda di quello che scegliamo. Quindi, noi pensiamo di fare qualcosa di bene per Dio, ma in realtà Gesù ci fa capire che facciamo qualcosa di bene per noi stessi, per il nostro cuore. 

22Lucerna del corpo è l’occhio, se dunque il tuo occhio è semplice, tutto il corpo tuo sarà luminoso. 23Se il tuo occhio è, invece, malvagio, tutto il corpo sarà tenebroso. E’ la conferma di quanto detto finora. Nel Vangelo l’opposto di semplice è doppio. Ci sono qui diverse contrapposizioni: semplice, doppio; luminoso, tenebroso; buono, malvagio. Sembra quasi che Gesù abbia “saltato un passaggio”, contrapponendo semplice a malvagio. Infatti, ciò che non è semplice è doppio, cioé ha un secondo fine, è bugiardo, è ipocrita. Questo è esattamente ciò che Gesù ha detto prima sul digiuno, sull’atteggiamento di chi (gli “ipocriti”) digiuna in realtà per gli altri e non per Dio.

            24Nessuno può servire a due signori. O infatti odierà l’uno e amerà l’altro, o uno preferirà e l’altro deprezzerà. Non potete a Dio servire e a Mammona. Questo insegnamento di Gesù ci rivela innanzitutto che l’uomo non è un essere autonomo, egli è un servo. Può piacere o non piacere, ma è così. Egli può essere a servizio di Dio o di Mammona. La nostra libertà, dunque, non è assoluta, ma si esprime nella possibilità di compiere una scelta: servire Dio o Mammona. Il vero inganno per l’uomo è quello di credere di agire a servizio di sé. Noi pensiamo di accumulare per noi stessi, ma nulla di quello che accumuliamo è nostro, nulla di quello che accumuliamo ci appartiene. Possiamo usare la metafora del tubo digerente: tutto quello che ingeriamo e che non ci serve attraversa il nostro tubo digerente e poi viene espulso. Quindi ci attraversa ma non rimane in noi, non è nostro, non ci appartiene. Non ci portiamo niente di là.

In questo senso, quando accumuliamo, noi pensiamo di accumulare per noi stessi, di agire per noi stessi, ma in realtà agiamo per Mammona. Nulla di quello che pensiamo di accumulare è nostro. Questo fa pensare a ciò che satana dice a Gesù nelle tentazioni, mostrandogli i regni del mondo: “se ti prostrerai davanti a me tutto questo sarà tuo, perché è mio e io lo do a chi voglio”. Quindi, è di satana, non possiamo toglierlo a lui.

In conclusione, possiamo notare che una delle parole chiave del brano, che si ripete più volte, è “sfigurare”. C’è uno strettissimo legame tra lo sfigurarsi e la terra. Tutto ciò che appartiene alla terra e non a Dio sfigura, si consuma, ci marcisce fra le mani. Ciò che invece appartiene al cielo, a Dio, non sfigura, non si consuma, ma rimane.

       3.  Alcune domande per riflettere

  1. [La mia fede] «Quando digiunate». Il nuovo rapporto con Dio che si instaura ha bisogno di uscire dalla preghiera. La vita dell’uomo deve diventare preghiera. Il digiuno è una di esse. Pertanto, se esso va fatto per Dio, non deve “apparire” agli uomini. Il criterio rimane il “segreto”, che continua a connotare la caratteristica del rapporto con Dio. Quanto la mia preghiera è “segreta”? Quanto le mie azioni che faccio per Dio sono celate all’esterno?
  2. [La prassi] «Tesorizzate, invece, per voi tesori in cielo». La prima distinzione chiede di scegliere la ricompensa da Dio o dagli uomini. La seconda specifica che tesorizzare per Dio significa tesorizzare in cielo. Cioé non voler ottenere adesso, sulla terra. Quale beneficio intendo ottenere dalle mie azioni?
  3. [Gli altri] «Nessuno può servire a due signori». Questo insegnamento pone l’uomo nella verità di se stesso. Essere cioè non un essere autonomo, ma un servo. Egli può essere a servizio di Dio o di Mammona. E il vero inganno – quello di Mammona – è far credere che l’uomo possa essere a servizio di sé. Quanto nella mia vita agisco per Dio? E quanto per me? Quanto sono consapevole che agire <<per me>> è agire per Mammona?
  4. [La mia offerta] «Sfigurare». Una delle parole chiave del brano è <<sfigurare>>. I tesori della terra sfigurano. Come si sfigurano quelli che intendono <<apparire>> davanti agli uomini. Così, ciò che non <<appare>> davanti agli uomini, non <<sfigura>> davanti a Dio. Quanto proteggo dallo <<sfiguramento>> le cose preziose che ho? Quanto esse sono mostrate al mondo? Quanto sono offerte solo per Dio?