22) Mt 8, 1- 4 – 22/11/2023
1. Il Testo
1Sceso egli dal monte lo seguivano molte folle. 2Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, si prostra [davanti] a lui dicendo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». 3E [Gesù] avendo steso la mano lo toccò dicendo: «Voglio, sii purificato». E subito la sua lebbra fu purificata. 4E dice a lui Gesù: «Vedi di [non] dire niente a nessuno, ma conduci te stesso davanti al sacerdote e presenta l’offerta che Mosé ha comandato, a testimonianza per loro».
2. Il Messaggio
1Sceso egli dal monte lo seguivano molte folle. 2Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, si prostra [davanti] a lui dicendo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Dopo aver detto molto sulla giustizia e sull’amore, Gesù incontra il lebbroso. È necessario decodificare, in primis, le sue azioni. Quest’uomo azzarda perché tutto quello che fa è al limite di quello che gli è consentito fare in quanto, a causa della lebbra, non potrebbe avvicinarsi a nessuno. Egli si prostra ai piedi di Gesù, arrivando molto vicino a Lui. La prostrazione è segno del riconoscimento di una superiorità (come la prostrazione dei Magi al Bambino Gesù). Quest’uomo va davanti a Gesù infrangendo la legge che vieta ad un lebbroso di avvicinarsi oltre una certa distanza, per fare il suo atto di prostrazione. Proviamo a chiederci come reagiremmo noi nei confronti di una persona che infrange una regola mettendo, evidentemente, a repentaglio la nostra salute considerato che la distanza è una fondamentale misura anti-contagio.
La frase che il lebbroso rivolge a Gesù «Signore, se vuoi, puoi purificarmi » contiene due verbi importanti – volere e potere – che rivelano, in primo luogo, che il lebbroso crede che Gesù lo può fare. Ma si potrebbe accentuare anche il “vuoi” ovvero per capire se veramente “Tu vuoi che io sia guarito” .
3E [Gesù] avendo steso la mano lo toccò dicendo: «Voglio, sii purificato». E subito la sua lebbra fu purificata. Gesù capisce la richiesta del lebbroso nel secondo senso ovvero intende che quest’uomo ha una fiducia in lui, ma interpreta tutta l’azione dell’uomo con la sua risposta “Voglio” sottolineando così non il “posso”, ma il “voglio”. La parola di Gesù è accompagnata da una sua azione contemporanea, perfino più azzardata di quella del lebbroso che gli si è avvicinato oltre il consentito. Il significato da cogliere è che per Gesù è più importante entrare in contatto che contagiarsi e violare una legge che costituisce l’essere impuro. Quindi, l’azione di Gesù nel toccare il lebbroso, più azzardata rispetto a quella del lebbroso stesso, significa: ” io voglio entrare in comunione con Te a dispetto sia del contagio che della legge di purità”.
Premesso ciò, succede però qualcosa di veramente straordinario: non solo Gesù non diventa impuro, ma la lebbra viene purificata . L’evangelista Luca (5,13) riporta che la lebbra se ne va, Matteo sottolinea, invece, che il male al contatto con Gesù scompare, che l’impurità di quell’uomo viene purificata. Gesù mostra che l’Onnipotenza ha una forma, un senso, una volontà e un’inclinazione che è il desiderio di bene per l’altro che porta a rischiare ed eccedere rispetto a tutte quelle norme di prudenza e di purità. L’azione di Dio guarisce perché Dio Ama.
4E dice a lui Gesù: «Vedi di [non] dire niente a nessuno, ma conduci te stesso davanti al sacerdote e presenta l’offerta che Mosé ha comandato, a testimonianza per loro». Gesù chiede a quest’uomo che si presenti al sacerdote il quale ha il compito di attestare la guarigione ma non deve dire come sia guarito . Il senso è “fai in modo che venga ratificata la tua guarigione senza estendere altro”. In Matteo non c’è la descrizione – come in Marco e Luca – che quest’uomo va a divulgare disobbedendo a Gesù. Matteo omette questo dettaglio e ferma tutto al rapporto che quest’uomo ha con Gesù o meglio: concentra tutto nel desiderio di Gesù della guarigione.
3. Alcune domande per riflettere
1. [La mia fede] «Se vuoi puoi». La prima situazione che Gesù incontra subito dopo il grande discorso della montagna è quella di un lebbroso che si avvicina prostrandosi davanti a lui e chiedendogli la purificazione. Della richiesta è significativa la formulazione: «se vuoi, puoi». Due verbi che indicano la certezza che lui può farlo – fede – e la richiesta delle sue intenzioni. Quante volte questa situazione capita anche a noi – seppur non onnipotenti? Quante volte possiamo fare del bene all’altro e ci nascondiamo dietro a una impossibilità fittizia? come chiamerei quello che mi frena in questo slancio di fare del bene?
2. [La prassi] «Lo toccò… voglio». La risposta di Gesù non si limita soltanto al sì. Gesù stende la mano e «tocca» il lebbroso. Con esso mostra che il suo più profondo desiderio è quello di entrare in contatto con le persone. Entrare in contatto nonostante le loro infermità contagiose. Quante volte il nostro bene si ferma davanti ai limiti e alle tortuosità dell’altro? Quale bene è dentro di me? Quale il suo limite? Provare a definire ciò che frena la mia volontà di bene.
3. [Gli altri] «E subito la sua lebbra fu purificata». Da quel momento la lebbra è purificata. Mostrando che ciò che purifica, ciò che abbatte le barriere che impediscono la comunione delle relazioni è il volere il bene dell’altro. La natura del miracolo non può essere compresa come una sorta di “magia”, ma è strettamente legata al bene, alla generosità, all’eccedenza di amore per l’altro che rischia per lui. L’Onnipotenza di Dio è il desiderio di bene che crea e guarisce. Che idea ho dell’Onnipotenza di Dio? Quanto c’è del mio rapporto con Lui nelle mie preghiere/richieste? Quanto “bene” entra in esse?
4. [La mia offerta] «Vedi di [non] dire niente a nessuno». Ci sono delle cose che Dio fa nella nostra vita che rimangono nella relazione con lui e non sono dette. È il «segreto» con Dio che Gesù ci ha insegnato a proteggere. Ci sono cose della mia vita che appartengono a questo segreto? Tutto può essere testimonianza? Cosa è testimonianza e cosa invece è segreto per me?