38) Lc 8,26-39 – 09/12/20
1. Il Testo
26E approdarono nella regione dei Geraseni, che è di fronte alla Galilea. 27A lui che scendeva sulla terra gli venne incontro un uomo che era dalla città che aveva demoni e da tempo considerevole non indossava mantello e non stava in casa ma tra i sepolcri. 28Visto Gesù, avendo gridato, si gettò davanti a lui e con grande voce diceva: «Cosa [c’è] tra me e te, Gesù, figlio del Dio altissimo? Ti prego affinché non mi tormenti». 29[Gesù] Comandava infatti allo spirito impuro di uscire dall’uomo. Da molto tempo infatti lo aveva catturato e [anche quando lo] legavano con catene e custodendolo con ceppi, rompendo i legami era spinto dal demonio nei [luoghi] deserti. 30Lo interrogò Gesù: «Qual’è il tuo nome?». Quello disse: «Legione», poiché molti demoni erano entrati in lui. 31E lo pregavano che non comandasse loro di allontanarsi nell’abisso. 32C’era lì un considerevole branco di porci che pascolava sul monte. E lo pregarono affinché permettesse loro di entrare in essi. E lo permise loro. 33Usciti i demoni dall’uomo, entrarono nei porci e spinsero il branco giù dal precipizio e annegò. 34Avendo visto i mandriani l’accaduto, fuggirono e [lo] annunziarono in città e nelle campagne. 35Usciti per vedere l’accaduto e giunti da Gesù, trovarono seduto l’uomo dal quale erano usciti i demoni, vestito e sano di mente ai piedi di Gesù e furono impauriti. 36 Quelli che avevano visto annunziarono loro come l’indemoniato era stato salvato. 37E lo pregò tutta la moltitudine del circondario dei Geraseni di allontanarsi da loro, poiché una grande paura era con loro. Egli, salito sulla barca, tornò indietro. 38Gli chiese l’uomo da quale erano usciti i demoni di essere con lui. Lo lasciò dicendo: 39«Torna indietro nella tua casa e descrivi quanto per te ha fatto Dio». E si allontanò annunciando per tutta la città quanto Gesù aveva fatto per lui.
2.Il messaggio
26E approdarono nella regione dei Geraseni, che è di fronte alla Galilea. 27A lui che scendeva sulla terra gli venne incontro un uomo che era dalla città che aveva demoni e da tempo considerevole non indossava mantello e non stava in casa ma tra i sepolcri. Gesù, dopo aver messo piede a terra, decide di recarsi in una regione pagana, non ebraica e che non abbraccia la religione d’Israele. Gli viene incontro un uomo indemoniato.
28Visto Gesù, avendo gridato, si gettò davanti a lui e con grande voce diceva: «Cosa [c’è] tra me e te, Gesù, figlio del Dio altissimo? Ti prego affinché non mi tormenti». 29[Gesù] Comandava infatti allo spirito impuro di uscire dall’uomo. Da molto tempo infatti lo aveva catturato e [anche quando lo] legavano con catene e custodendolo con ceppi, rompendo i legami era spinto dal demonio nei [luoghi] deserti. Gesù utilizza un verbo all’imperfetto («comandava») che indica un’azione continuata nel tempo, il che significa che la reazione di quest’uomo è alla Parola di Gesù che comanda di uscire da quell’uomo. Al v. 28 c’è la parola «infatti» (gar), da intendere in senso esplicativo, perché significa che Gesù ha cominciato questa azione prima che l’uomo Lo pregasse.
Lo spirito impuro vuole il male di quest’uomo; è presente un aspetto fortemente simbolico, vive tra i sepolcri come i defunti, dunque rende la sua vita simile alla morte. Gesù compie un’azione non richiesta e non chiede a nessuno il permesso, la compie perché l’uomo è totalmente posseduto dallo spirito impuro e quindi incapace di libertà. In questo caso non è l’uomo a parlare, ma lo spirito che lo abita, di conseguenza è lui a ribellarsi perché gli viene richiesto di uscire dall’uomo. L’azione di chi parla è conseguente alla Parola di Gesù che si rivolge a lui. Questa è una situazione di ribellione interna all’uomo alla Parola di Dio. Al v. 29 apprendiamo che lo spirito cattura l’uomo e lo tiene in prigionia, comanda sulla sua vita e la sua azione è incontenibile, più forte sia della persona ospitante che degli altri che tentava di contenere. Siamo di fronte ad una situazione irrisolvibile, senza via di uscita. Gesù non chiede il permesso, compie l’azione e basta. Il male si ribella ed entra in dialogo con Gesù. È il nemico a riconoscere la Parola Gesù; la Parola ha una sua efficacia (autorità, dal greco exousia, si tratta di una Parola connaturale con chi la pronuncia), tutti quanti non sono riusciti a contenerlo, Gesù, solo con la Sua Parola, lo tormenta. Questo ci rimanda a Genesi 1: sappiamo che Dio dice una cosa ed essa si realizza. Questo dialogo serve a svelare l’identità di questa grande forza, la Parola di Gesù che fa luce dentro quest’uomo.
30Lo interrogò Gesù: «Qual’è il tuo nome?». Quello disse: «Legione», poiché molti demoni erano entrati in lui. 31E lo pregavano che non comandasse loro di allontanarsi nell’abisso. Il termine legione è da intendersi non come nome proprio. Si tratta di una moltitudine dell’ordine di migliaia. Essi pregano Gesù che non comandi loro di allontanarsi nell’abisso. Quindi i demoni avanzano una richiesta, conoscendo la loro sorte. Gesù caccia con la sola Sua Parola i demoni da quest’uomo però li accontenta, l’economia di ciò che sta succedendo la conosce solo Gesù, non sappiamo perché vengano accontentati sulla richiesta di non andare nell’abisso e non sappiamo perché permetta che entrino nella mandria di porci.
32C’era lì un considerevole branco di porci che pascolava sul monte. E lo pregarono affinché permettesse loro di entrare in essi. E lo permise loro. 33Usciti i demoni dall’uomo, entrarono nei porci e spinsero il branco giù dal precipizio e annegò. Il fatto che i demoni facciano annegare i porci getta luce sull’identità di costoro e sulla direzione di marcia, questi demoni procurano ai porci ciò che volevano realizzare nell’uomo ovvero farlo vivere tra i sepolcri e condurlo alla morte. Col nemico non si può venire mai a patti, questa sua volontà di distruzione è assoluta, non c’è possibilità di compromesso: se si accoglie nell’interiorità una dimensione di male, non si può fare il bene, si è ostacolati ed in preda ad un combattimento. La cartina di tornasole è sempre la Parola, rispetto alla quale le nostre reazioni sono reazioni davanti a Dio. Qualsiasi reazione non positiva davanti alla Parola rivela un aspetto che dentro di noi La rifiuta.
Chi patteggia col male si inganna. Tutto questo produce la liberazione dell’uomo, quasi che ci sia un prezzo da pagare e viene pagato dalla mandria di porci. Ricordiamo che in altri esorcismi il demonio contestualmente alla fuoriuscita strazia il corpo dell’indemoniato.
34Avendo visto i mandriani l’accaduto, fuggirono e [lo] annunziarono in città e nelle campagne. 35Usciti per vedere l’accaduto e giunti da Gesù, trovarono seduto l’uomo dal quale erano usciti i demoni, vestito e sano di mente ai piedi di Gesù e furono impauriti. 36 Quelli che avevano visto annunziarono loro come l’indemoniato era stato salvato. I mandriani, alla vista di ciò, fuggono e lo annunciano in città e nelle campagne, tanto che dalle campagne giungono abitanti, si crea una moltitudine per vedere l’accaduto. Una volta sopraggiunti, trovano una situazione spiazzante: l’uomo dal quale sono usciti i demoni è seduto ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente. L’uomo adesso è vestito, è tornato alla civiltà, è sano di mente (perché non ha il demonio) e sta ai piedi di Gesù (la vicinanza con Gesù determina la sanità mentale). La situazione determina nei presenti una grande paura (segno dell’intervento divino) e quelli che hanno visto annunziarono come l’indemoniato è stato salvato (non sanato, ma salvato).
Lo pregò tutta la moltitudine del circondario dei Geraseni di allontanarsi da loro, poiché una grande paura era con loro. Egli, salito sulla barca, tornò indietro. 38Gli chiese l’uomo da quale erano usciti i demoni di essere con lui. Lo lasciò dicendo: 39«Torna indietro nella tua casa e descrivi quanto per te ha fatto Dio». E si allontanò annunciando per tutta la città quanto Gesù aveva fatto per lui. L’intervento divino non supportato dalla fede risulta insostenibile, senza la fede l’azione di Dio impaurisce, tant’è che gli abitanti gli chiedono di andar via. Questo comportamento non è segno d’ingratitudine (dimensione che sembra essere più presente in Marco), alla base c’è la paura appartenente a persone pagane che non hanno fede, e che, non riuscendo a sostenere l’intervento divino, chiedono a Gesù di andarsene. Gesù va via, li accontenta, sembra quasi una situazione analoga a quella degli indemoniati, anche se Luca utilizza due verbi diversi per indicare la richiesta degli spiriti impuri e degli aitanti della regione.
Gesù si allontana da loro ritornando sulla barca, ad un certo punto l’uomo liberato Lo vuole seguire, ma Gesù lo rimanda indietro perché c’è bisogno che lui annunzi nel suo paese quello che Dio (ovvero Gesù) ha fatto per lui, perché sia accettato dai suoi. Non è casuale che Luca utilizzi la stessa espressione facendoci comprendere velatamente come l’uomo abbia quasi un riconoscimento dell’azione divina, non si tratta di un rifiuto da parte di Gesù, c’è una funzione specifica che quest’uomo è chiamato ad avere.
Emerge inoltre la necessità che l’azione di Gesù debba essere annunziata con fede. Fa pensare che l’esorcismo prodigioso di Gesù venga annunciato innanzitutto dai mandriani. Esso però produce paura e spinge tutti a pregare Gesù di andar via. Un secondo invio però attende la comunità dei Geraseni: quello dell’uomo salvato che dovrà annunciare con fede ciò che Dio ha fatto per lui. Cioè la salvezza. Egli annuncerà l’opera di Gesù: questi non va cacciato, ma accolto! Questo ci fa comprendere che finanche l’annuncio dei miracoli se non veicola mediante la fede l’amore di Dio, non serve. Serve su tutto la fede: unica che permette di vedere l’azione amorevole di Dio nella storia. Nella mia storia!
3. Alcune domande per riflettere
- Quanto permettiamo al male di isolarci dai fratelli? Quanto ascoltiamo ciò che ci divide dai fratelli? Lo riconosciamo come male?
- La parola del vangelo prova sempre a liberarci. Questa liberazione può essere, però, percepita anche come tormento. ‘È una parte di noi che la percepisce così? C’è una parte di noi che le si oppone? Abbiamo il coraggio e la trasparenza per riconoscerla come parte dominata dal male?
- Ci accostiamo alla preghiera come davanti a un mistero?
- Abbiamo mai avuto paura di Gesù? Paura che ci togliesse qualcosa? Gli abbiamo mai chiesto di allontanarsi da noi o ci siamo allontanato noi?
- Riusciamo a riconoscere/accettare la missione che Gesù ci ha dato oppure siamo tentato di sceglierla noi con i nostri criteri?
- Il nostro annuncio del vangelo porta con sé la fede/gioia di essere salvati dalla misericordia di Dio oppure è un racconto inanimato del vangelo?