44) Mt 12,15-21 – 25/09/24
Il ritiro di Gesù
«14Usciti i farisei tennero consiglio riguardo a lui per ucciderlo». Di fronte alla minaccia di coloro che tramano per ucciderlo Gesù si ritira. Si è scontrato contro una durezza ottusa e intransigente. ricordiamo che Gesù non ha disputato con loro sulle Scritture. Gli ha semplicemente chiesto se avessero soccorso un animale caduto in un pozzo. E mostrato che per loro quella vita umana vale meno di quella di una loro bestia. Di fronte a una risposta che tace e trama la morte non c’è più da dialogare. Ma solo andarsene.
La terapia di Gesù
Nonostante questo Gesù è seguito da molte folle. Delle quali si prende cura (ἐθεράπευσεν). Non solo in un senso medico. Ma anche in un senso relazionale. Prendersi cura è accogliere, ascoltare, e quindi parlare. Con quella parola che guarisce. Non solo – e non prevalentemente – il corpo, ma ogni parte dell’uomo. Soprattutto quelle ferite che non non sono visibili all’occhio.
Quello che Matteo non dice
È interessante osservare non solo quello che Matteo dice, ma anche quello che non dice di Gesù. Non menzionala provenienza di queste persone – che sia Marco che Luca tengono a precisare venute da Galilea, Giudea e perfino Gerusalemme: cioè ormai tutta la Palestina.
Non fa menzione della barca che in Marco serve per parlare alle persone perché non lo schiacciassero. Luca riporta questo brano all’interno del discorso delle beatitudini. Non specifica inoltre tra le folle quelli che vengono per ascoltare, essere guariti o essere liberati da demoni.
Il segreto
E così, quell’intimazione di tacere che in Marco e Luca è rivolto agli spiriti impuri che lo conoscono, in Matteo è riferito alle persone curate. L’espressione usata che richiama la manifestazione dà all’azione di Gesù una dimensione soprannaturale.
L’eletto
La riprova della natura di questa azione è la citazione di Is 42,1-4, presente solo in Matteo. Che presenta tre momenti di contenuto.
Innanzitutto la scelta. Dio ha scelto questo suoi figlio, l’amato, la cui azione lo compiace. Verbo importante questo, che compare anche nell’episodio del battesimo (Mt 3,17) nel quale Gesù dice a Giovanni: «lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia» (3,15) e si addossa i peccati di tutti. La compresenza qui conferma che Dio desidera una comprensione della legge – giustizia – che sia di salvezza per tutti.
Compare uno stile preciso. Che si sottrae alla contesa, non impone agli altri con la sua autorità e mostra pietà per la condizione tremolante (fumigante/spezzata) dell’uomo. Il giudizio (condanna) è da lui scacciato – trasformato – in vittoria. Salvezza.
Infine la sua azione che è rivolta a tutte le genti. Cioè anche al di fuori del popolo di Israele. In un’azione che si mostra l’ampiezza del desiderio di salvezza di Dio, che oltrepassa enormemente l’orizzonte dei contestatori di Gesù.
Il Salmo: «Ho sperato: ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato» (Sal 40,2)
Il Sal 40 è la preghiera di un uomo che ha fatto esperienza del soccorso di Dio. È un salmo di speranza. E colpisce tanto in un periodo in cui il grido di coloro che vivono nel dolore sembra rimanere inascoltato. È un Salmo che vogliamo pregare per coloro che sono tentati di disperazione. Per coloro che non trovano soccorso e misericordia nel fratello. ma durezza e condanna. E che rischiano di vedere finire i loro giorni senza speranza. Questa preghiera sia segno di speranza per tutti.
Domande – Mt 12,15-21
- [La mia fede] «Ma Gesù, saputo[lo] si ritirò da lì». Di fronte all’ottusa cecità dei suoi interlocutori che non vogliono che la sua morte, Gesù si allontana. C’è in tal senso da chiedersi quali sono gli atteggiamenti che fanno allontanare Gesù da noi. E prima di Gesù i fratelli e le sorelle. Quali le nostre assolute intransigenze? perché sono così violentemente radicate in noi? Perché fanno tanto male?
- [Gli altri] «E curò tutti loro». L’azione di Gesù per Matteo è prendersi cura di tutti. Spendere la propria vita perché gli altri stiano meglio. Perché la propria vita sia identificata dagli altri come elemento di salvezza. Come intendo la mia vita rispetto agli altri? Come penso che gli altri vedono la mia vita/presenza in mezzo a loro? Sono capace di essere punto di riferimento, rifugio, sostegno? Sono capace di attrarre?
- [La prassi] «Nel suo nome le genti spereranno». Gesù mostra una salvezza che supera enormemente gli orizzonti delle autorità religiose. Quanto sono consapevole che il cuore e la mente di Dio sono più grandi dei miei pensieri? come si traduce nella pratica questa consapevolezza?
[Salmo 40,2] «Ho sperato: ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato». Il Salmo 40 racconta dell’esperienza di un uomo soccorso dal Signore. Mi capita di accorgermi – di sentire – la necessità e il dolore degli altri? Mi capita di avvertire il pericolo della loro disperazione? Cosa posso fare almeno perché la difficoltà non maturi in modo disperato? Cosa mi suggerisce Gesù nel vangelo?