60) Lc 12, 1-12 – 23/06/2021
- Il testo
1Nel frattempo, radunatesi miriadi di folla, tanto che si calpestavano gli uni gli altri, cominciò a dire prima ai suoi discepoli: «Guardate voi stessi dal lievito – che è l’ipocrisia – dei Farisei. 2Niente [c’è] di coperto che non sarà svelato e di nascosto che non sarà conosciuto. 3Quanto nelle tenebre avete detto alla luce sarà udito, e ciò che alle orecchie avete detto nelle stanze interne sarà annunciato sui tetti. 4Dico a voi amici miei: non temete coloro che uccidono il corpo e dopo questo non hanno [la possibilità] di fare nessuna cosa grandissima. 5Vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che dopo aver ucciso ha l’autorità di gettare nella geenna. Sì, vi dico, costui temete. 6Non si vendono cinque passeri per due denari? E [nemmeno] uno di loro non è dimenticato davanti a Dio. 7Ma anche i capelli della vostra testa tutti sono contati. Non temete: differite da molti passeri. 8Vi dico, chi dovesse essere d’accordo con me davanti agli uomini, anche il figlio dell’uomo sarà d’accordo con lui davanti agli angeli di Dio. 9Chi mi rifiuterà davanti agli uomini, sarà rifiutato davanti agli angeli di Dio. 10E chiunque pronunci una parola contro il figlio dell’uomo, gli sarà perdonato, a colui che bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonato. 11Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe e ai principi e alle autorità, non preoccupatevi di come o su cosa difendervi o cosa dire. 12Infatti lo Spirit Santo vi insegnerà in quell’ora cosa bisogna dire».
- Il messaggio
1Nel frattempo, radunatesi miriadi di folla, tanto che si calpestavano gli uni gli altri, cominciò a dire prima ai suoi discepoli: «Guardate voi stessi dal lievito – che è l’ipocrisia – dei Farisei. Il brano presenta un tema unificatore anche se sotterraneo; nasce dalla spiegazione di che cosa sia l’ipocrisia e l’ipocrisia costituisce proprio il cuore del brano. A dispetto delle miriadi di folle che si radunano addirittura calpestandosi, Gesù comincia a parlare prima ai discepoli: sembra che Gesù non dia corrispondente attenzione alla grande calca che si viene a creare intorno a Lui. Gesù mette subito in guardia i discepoli proprio dall’ipocrisia. Assistiamo ad una gradazione crescente dei verbi e delle persone considerate rispetto all’ipocrisia: guardate (v. 1); temere (v. 4); essere d’accordo (v. 8); bestemmiare (v. 10); si tratta di un crescendo che aiuta Gesù a spiegare cosa sia l’ipocrisia, tramite tre esempi.
2Niente [c’è] di coperto che non sarà svelato e di nascosto che non sarà conosciuto. 3Quanto nelle tenebre avete detto alla luce sarà udito, e ciò che alle orecchie avete detto nelle stanze interne sarà annunciato sui tetti. Il primo esempio fatto tratta di una forma di ipocrisia relativa all’uso del segreto. Il segreto è tutto ciò che noi diciamo in modo che l’altro non lo senta. Gesù insegna che tutto ciò che viene detto in segreto sarà poi rivelato: fa riferimento ad una realtà dove sarà tutto trasparente. Bisogno cioè vivere in modo trasparente, come se si fosse davanti a Dio. La prima forma della doppiezza è proprio il segreto: dire qualcosa in segreto per non farla sentire all’altro.
4Dico a voi amici miei: non temete coloro che uccidono il corpo e dopo questo non hanno [la possibilità] di fare nessuna cosa grandissima. 5Vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che dopo aver ucciso ha l’autorità di gettare nella geenna. Sì, vi dico, costui temete. La seconda forma di ipocrisia è quella della minaccia, della violenza. Gesù invita a temere Dio, che ha autorità, che è il solo che ha potere su tutta la persona.
6Non si vendono cinque passeri per due denari? E [nemmeno] uno di loro non è dimenticato davanti a Dio. 7Ma anche i capelli della vostra testa tutti sono contati. Non temete: differite da molti passeri. Su questa terra nulla è dimenticato da Dio, tutti sono presenti davanti a Dio, gli animali più piccoli come i passeri, ma ancora più gli uomini che hanno un valore davanti a Dio. Il Signore risponde ad una domanda che ci si può porre, se Dio si è dimenticato di noi o meno: la realtà è che noi siamo sempre davanti a Dio, anche se c’è qualcuno che fa violenza, Dio è sempre presente. Il brano ci porta a riflettere sul vivere alla presenza di Dio anche quando c’è violenza, doppiezza che agisce come se Dio non ci fosse, scorrettezza che dimentica Dio.
8Vi dico, chi dovesse essere d’accordo con me davanti agli uomini, anche il figlio dell’uomo sarà d’accordo con lui davanti agli angeli di Dio. 9Chi mi rifiuterà davanti agli uomini, sarà rifiutato davanti agli angeli di Dio. Nel mondo Gesù invita a confessare Dio, letteralmente «essere d’accordo con» Dio davanti agli uomini. Questo si può fare solo riconoscendo Gesù, che è quella persona che rappresenta in maniera più piena e perfetta la volontà di Dio. Il rifiuto di Cristo comporta un rifiuto da parte degli angeli: se si rifiuta la presenza di Dio, viene meno tutto, si tratta sempre di vivere, comportarsi, confessare la presenza di Dio, quando invece l’ipocrisia porta a comportarsi falsamente, senza la presenza di Dio, che è l’unica Verità.
10E chiunque pronunci una parola contro il figlio dell’uomo, gli sarà perdonato, a colui che bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonato. 11Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe e ai principi e alle autorità, non preoccupatevi di come o su cosa difendervi o cosa dire. 12Infatti lo Spirit Santo vi insegnerà in quell’ora cosa bisogna dire». Siamo al cuore del brano: essere d’accordo con Dio significa inequivocabilmente su questa terra subire forme di violenza sempre più evidenti: le trame, le maldicenze, le minacce, la violenza, le condanne nei luoghi di autorità. L’invito è a comportarsi secondo Dio, sapendo che se ci si comporta secondo Dio si finisce davanti al tribunale. La bestemmia contro lo Spirito Santo non è perdonabile perché lo Spirito ha proprio la funzione di condurre i cristiani nel combattimento per confessare sempre Gesù. Se noi confessiamo Cristo saremo attaccati, ma se siamo attaccati e non abbiamo lo Spirito non avremo alcuna possibilità di vincere. Lo Spirito permette e insegna la difesa. Il brano ricapitola ciò che vivrà Gesù nella sua vita: silenzi, trame, violenze, rinnegamenti, processi; è la storia di chiunque decida di seguirlo perché il mondo vive ipocritamente come se Dio non ci fosse, come se la Sua Parola fosse una tra tante, come se non ci fosse un giudizio rispetto a questa Parola, come se Dio parlasse ma la Sua Parola fosse sotto quella di altri. Chi non vuole vivere come il mondo, chi non vuole vivere ipocritamente è soggetto ad una forma crescente di attacco da parte del mondo. Il fatto di vivere in trasparenza davanti a Dio conduce però al dono dello Spirito, che insegna come difendersi davanti ai tribunali. Il lievito dei farisei è pericoloso perché ci fa vivere doppiamente, come se Dio non ci fosse. Il dono dello Spirito invece è frutto della sequela di Cristo.
L’unità del brano dunque consiste nello spiegare il rapporto che esiste tra la nostra vita, la vita degli altri, e la presenza di Dio: non si può vivere cristianamente in maniera intimistica, si diventa finti, come sepolcri imbiancati.
- Alcune domande per riflettere
- Gesù mette in guardia dall’iprocrisia dei farisei: capita anche a me di vivere facendo finta che Dio non esista? Lo faccio volontariamente oppure sono abituato a ciò?
- L’ipocrisia significa vivere doppiamente, usando del segreto per danneggiare l’altro: mi è capitato di dire cose di un altro in segreto? Ho la buona abitudine di parlare dell’altro in su presenza oppure tacere?
- Ipocrisia è anche violenza e minaccia: quali sono i miei atteggiamenti violenti nei confronti dell’altro? Sono consapevole che questa violenza non ha una forma evangelica?
- L’atteggiamento nei confronti della Parola di Gesù non è solo privato, ma anche pubblico: quanto il mio ascolto diventa realmente testimonianza al mondo e quanto il mondo mi condiziona, «scoraggiando» la mia testimonianza e dunque «comprimendo» il mio ascolto?