65) Lc 12,54-59; 13, 1-9 – 03/11/2021
- Il testo
54Diceva anche alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite “viene il temporale” e avviene così. 55E quando soffia lo scirocco, dite che sarà caldo, e avviene. 56Ipocriti, il volto della terra e del cielo sapete giudicarlo, questo momento [presente] come non sapete giudicarlo? 57Perché anche da voi stessi non giudicate il giusto?
58Quando infatti vai con il tuo avversario dal magistrato, nella strada compi l’opera di allontanarti da lui, cosicché non ti trascini davanti al giudice, e il giudice ti consegni all’esecutore e l’esecutore ti getti in prigione. 59Dico a te, che non uscirai da lì, fino a che avrai restituito l’ultimo spicciolo».
1Gli presentarono alcuni in quel momento che annunciavano circa dei galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con [quello] dei loro sacrifici. 2E rispondendo disse loro: «Pensate che quei Galilei fossero più peccatori rispetto a tutti i Galilei perché hanno sofferto queste cose? 3No vi dico, ma se non vi convertite tutti allo stesso modo morirete. 4O quei diciotto sui quali è caduta la torre in Siloe e li ha uccisi, pensate che quelli fossero [più] debitori rispetto a tutti gli uomini che abitano Gerusalemme? 5No, vi dico, ma se non vi convertite tutti similmente morirete».
6Disse questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna, e venne cercando frutto in lei e non [ne] trovò. 7Disse verso l’agricoltore: “Ecco da tre anni vengo a cercare frutto in questo fico e non ne trovo. Taglialo, perché sfrutta anche la terra?”. 8Quegli rispondendo dice a lui: “Signore lascialo ancora questo anno, fino a che io scavi attorno e getti letame, 9e [vedremo] se farà frutto per l’avvenire. Se no certamente lo taglierai”».
- Il messaggio
Il brano, nonostante sia diviso tra due capitoli, ha una sua unità che consiste nel fatto che Gesù si sta rivolgendo sempre alle stesse persone, dopo che ha parlato con quell’uomo che gli chiedeva di essere arbitro tra lui e il fratello per dividere l’eredità, risponde a tutti dicendo: «chi mi ha costituito giudice tra voi? Pensate alle cose importanti».
Successivamente, Gesù parla solamente ai discepoli, risponde a Pietro che gli chiede «queste cose le dici solo per noi o per tutti?»; la Sua risposta fa leva sulla maggiore responsabilità dei discepoli rispetto agli altri. Segue il discorso che fa a tutte le folle, proseguendo il discorso che ha come grande tema il tempo.
Il tempo cronologico si distingue dal presente, dall’ adesso. Il discorso di Gesù fa riferimento all’adesso.
Il Signore utilizza un’altra metafora sul tempo, intendendo quello meteorologico: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite “viene il temporale” e avviene così. 55E quando soffia lo scirocco, dite che sarà caldo, e avviene. 56Ipocriti, il volto della terra e del cielo sapete giudicarlo, questo momento [presente] come non sapete giudicarlo? 57Perché anche da voi stessi non giudicate il giusto? Gesù chiede perché non sanno giudicare opportunamente il tempo che riguarda l’adesso, il momento, il segno. Questo segno consiste in quello che Gesù sta facendo, Egli chiede pertanto di cosa altro abbiano bisogno per riconoscere che questo è il momento favorevole di incontrare Dio. Perchè non riconoscono questo tempo come sanno riconoscere quello metereologico? Essi non ne sono capaci; quindi, Gesù interviene per parlare non di una incapacità ma di una mancanza di volontà. Immaginiamo che Gesù sia una guida spirituale, porta il Regno però attorno a lui c’è freddezza: per questo Egli invita ad aprire gli occhi.
58Quando infatti vai con il tuo avversario dal magistrato, nella strada compi l’opera di allontanarti da lui, cosicché non ti trascini davanti al giudice, e il giudice ti consegni all’esecutore e l’esecutore ti getti in prigione. 59Dico a te, che non uscirai da lì, fino a che avrai restituito l’ultimo spicciolo». La parola “infatti” è utilizzata per spiegare meglio il suo pensiero. Gesù non è preoccupato di una semplice condotta morale, è preoccupato delle conseguenze di questa inattività/inazione nelle persone che non lo ascoltano, ed esorta a mettersi d’accordo per evitare di pagare fino all’ultimo. Il rapporto con Dio e dell’uomo viene categorizzato con la parola di “debito”.
Quando non sopportiamo il male, la nostra prima reazione è quella di colpevolizzare gli altri. Gesù afferma però che ciò che conta è la conversione, riconoscere il proprio peccato. Diversamente detto, la possibilità di riconoscere i segni dei tempi dipende dall’accettazione che noi siamo peccatori. Non possiamo accogliere totalmente il messaggio di Gesù se non accettiamo di essere in debito con Dio, di essere peccatori, se non vogliamo vedere questa cosa non possiamo vedere Gesù, perchè vedere Gesù significa vedere il proprio peccato che neghiamo. Sembra dunque instaurarsi una relazione fra il guardare i segni di Gesù che è entrato nella storia, e come questi possano essere oscurati dal nostro vederci come debitori. Gesù viene a parlare di Dio, compie miracoli, segni e vede diffidenza, persone che non accettano.
“1Gli presentarono alcuni in quel momento che annunciavano circa dei galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con [quello] dei loro sacrifici. 2E rispondendo disse loro: «Pensate che quei Galilei fossero più peccatori rispetto a tutti i Galilei perché hanno sofferto queste cose? 3No vi dico, ma se non vi convertite tutti allo stesso modo morirete. 4O quei diciotto sui quali è caduta la torre in Siloe e li ha uccisi, pensate che quelli fossero [più] debitori rispetto a tutti gli uomini che abitano Gerusalemme? 5No, vi dico, ma se non vi convertite tutti similmente morirete». Gesù continua con una parabola per parlare di se stesso: «Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna, e venne cercando frutto in lei e non [ne] trovò. 7Disse verso l’agricoltore: “Ecco da tre anni vengo a cercare frutto in questo fico e non ne trovo. Taglialo, perché sfrutta anche la terra?”. 8Quegli rispondendo dice a lui: “Signore lascialo ancora questo anno, fino a che io scavi attorno e getti letame, 9e [vedremo] se farà frutto per l’avvenire. Se no certamente lo taglierai”». La vigna è Israele, e il fico è un albero che ha una simbologia di elezione, il vignaiolo viene a cercare per tre anni di fila (gli anni della predicazione di Gesù) ma non trova frutto.
In questa parabola torna la dimensione del Tempo. E’ necessario tagliare la pianta perchè non produce frutto[1]. Se si convive con Gesù, accogliendo i benefici della Sua presenza senza però conformare la propria vita alla presenza di Gesù, si arriva alla fine del tempo, che si sottrae, va via, perchè il tempo è limitato. Gesù sprona al cambiamento. Il mediatore che interviene è il Padre, dà un’ultima possibilità per dare tempo a quell’albero che non voleva dare frutti.
In questo brano il riferimento all’adesso è già presente dall’inizio del brano e l’invito è a riconoscere i segni, a mettersi d’accordo, a convertirsi; se all’annuncio del Regno non segue una risposta allora Gesù si sottrae; i suoi interlocutori non riconoscono che il Vangelo richiede una risposta. Gesù in quanto guida non può scegliere per loro ma può mostrare le conseguenze nel non seguire il Vangelo.
- Alcune domande per riflettere
- Quali sono i segni che il momento presente mi offre della presenza di Dio? Cosa dicono alla mia vita questi segni? Come rispondo ad essi?
- Gesù spiega alle folle che l’uomo è un debitore insolvente. Mi sento debitore nei confronti del Signore? Sento che devo a Lui qualcosa? E cosa gli devo? E quale il modo per saldare il debito?
- Esiste una relazione tra il riconoscere i segni di Dio nel momento presente e il riconoscere la necessità di convertirmi. Senza quest’ultima non sarà possibile vedere i primi. Quanto tempo penso di avere per fare questo? Sono solito rimandare? Sulla base di cosa rimando un’azione che Gesù percepisce così urgente? Come vivo il messaggio di urgenza che Gesù Cristo è venuto a portarmi?
[1] Cfr. Gv 16, 16: «Ancora un poco e non mi vedrete; un pò ancora e mi vedrete».