7) Lc 1,67-80 – 13/11/2019

1. Il testo

67E Zaccaria, suo padre, fu riempito di Spirito Santo e profetizzò dicendo: «68Benedetto Signore, il Dio di Israele, poiché ha visitato e fatto riscatto al suo popolo, e ha alzato il corno della salvezza per noi nella casa di Davide suo servo, 70come aveva parlato per bocca dei suoi santi profeti dal secolo, 71salvezza dai nostri nemici e dalla mano di tutti quelli che ci odiano. 72Ha fatto misericordia con i nostri padri e ha ricordato la sua santa alleanza, 73il giuramento che fece ad Abramo nostro padre, di dare a noi, 74liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza paura 75in santità e giustizia davanti a lui tutti i nostri giorni.

76E tu, bambino, profeta dell’altissimo sarai chiamato: precederai, infatti, davanti il Signore per preparare le sue strade, 77per dare conoscenza della salvezza al suo popolo nel perdono dei suoi peccati, 78a causa della pietà-misericordia del nostro Dio, nelle quali ci visiterà un sole che sorge dall’alto, 79per manifestar[si] a coloro che si trovano nelle tenebre e nell’ombra di morte, per guidare i loro piedi nella via della pace. 80Il bambino cresceva e si fortificava nello Spirito, ed era nei deserti fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

2. Il messaggio

                Queste sono le prime parole che Zaccaria pronuncia dopo nove mesi e sono molto connotanti. Allo stesso modo il nostro parlare è prezioso e può essere svalutato quando usato in maniera sbagliata, eccessiva. L’esperienza di Zaccaria è un’esperienza di deserto, di grande silenzio, di incapacità di ascoltare e parlare, è un isolamento a tutti gli effetti. Per nove mesi ha vissuto così, dopo le parole dell’Arcangelo Gabriele. Le prime parole che lui pronuncia sono parole ricevute direttamente da Dio e questo è molto importante, perché, così facendo, Zaccaria dà il primato alla Parola che Dio gli ha consegnato.

                Il cantico è quindi espressione di ciò che si può esprimere dopo aver ricevuto la Parola di Dio. E’ diviso in due parti, una si rivolge a Dio, l’altra al bambino, ed è innanzitutto un canto di lode e benedizione.

                68Benedetto Signore, il Dio di Israele, poiché ha visitato e fatto riscatto al suo popolo, e ha alzato il corno della salvezza per noi nella casa di Davide suo servo. Dio è benedetto perché ha visitato e riscattato il suo popolo: visitato si riferisce a Gesù, figlio di Maria, la casa di Davide è un riferimento a Maria; Zaccaria ha già identificato dove c’è la presenza di Dio, che si è fatta manifesta. 

                70come aveva parlato per bocca dei suoi santi profeti dal secolo. Zaccaria parla proprio come i profeti.

                71salvezza dai nostri nemici e dalla mano di tutti quelli che ci odiano. La salvezza non è una salvezza in genere, ma è una salvezza DAI NEMICI. Questo è estremamente determinante perché possiamo chiederci chi siano i nostri nemici; se non riconosciamo i nemici e non capiamo da chi dobbiamo essere salvati potremmo addirittura pensare di dover essere salvati da chi ci vuole beneficare o, viceversa, che siamo amici di coloro che sono nemici. Il nemico è colui che vuole la perdizione. La presenza di Dio, venuta a salvare attraverso la casa di Davide, libera dai nemici.

                72Ha fatto misericordia con i nostri padri e ha ricordato la sua santa alleanza, 73il giuramento che fece ad Abramo nostro padre, di dare a noi, 74liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza paura 75in santità e giustizia davanti a lui tutti i nostri giorni. Dio non dimentica l’alleanza che risale ad Abramo, anzi la rinnova. Si tratta della promessa di un popolo che sarà come una moltitudine e che sarà salvo. Ma la promessa non è solo una terra, una discendenza, è soprattutto un servire dio senza paura in santità e giustizia. Il servizio richiama il servizio che Zaccaria fa nel tempio alla presenza del Signore; in quel momento, al manifestarsi di Dio, Zaccaria ha paura, così come ha paura Maria e tutti coloro ai quali Zaccaria fa l’annuncio. Chiunque faccia esperienza di Dio fa esperienza della paura, invece con questo bambino (Gesù) il rapporto con Dio si configurerà senza paura, l’uomo potrà incontrare Dio senza la dimensione della paura, perché in Gesù Dio si è avvicinato in modo tale da non far scaturire la paura. La promessa è dunque quella di stare alla presenza di Dio senza paura.

                Tutti questi elementi ci fanno venire in mente quello che succede in Genesi 3, dove Adamo vive in un primo momento alla presenza di Dio senza paura, poi nel rapporto tra lui e Dio si insinua il serpente che fa cogliere il frutto proibito scatenando così la paura in Adamo, che si nasconde proprio per paura. Il nemico infatti è colui che con la sua azione seduttrice fa in modo che interiormente ci poniamo in maniera contraria a Dio. La seduzione è un inganno piacevole, per cui una cosa che di per sé non sarebbe bella, piacevole, desiderabile, sembra invece vera, bella e auspicabile. La seduzione modifica la percezione e così la tentazione fa diventare desiderabile agli occhi dell’uomo il frutto proibito. La seduzione maschera una cosa brutta in sé facendola diventare desiderabile. Il peccato ai nostri occhi è desiderabile, ma in sé, nella sua verità, è assolutamente detestabile perché ci allontana da Dio. Se avessimo la perfetta lucidità di cosa sia il peccato non lo commetteremmo mai, ma purtroppo lo commettiamo perché sedotti. La dimensione della «paura» richiama la parola «nemici» e dona al brano la possibilità di una comprensione unitaria.

                76E tu, bambino, profeta dell’altissimo sarai chiamato: precederai, infatti, davanti il Signore per preparare le sue strade, 77per dare conoscenza della salvezza al suo popolo nel perdono dei suoi peccati, 78a causa della pietà-misericordia del nostro Dio, nelle quali ci visiterà un sole che sorge dall’alto.Inizia la seconda parte del cantico. Zaccaria fa profezia su Gesù ma anche su suo figlio Giovanni il Battista, che a sua volta sarà profeta. Giovanni precederà il Signore per annunciare la salvezza in Cristo e per perdonare i peccati. La salvezza infatti consiste nel perdono dei peccati; la possibilità di incontrare Dio senza paura ha a che fare con il perdono dei peccati, cioè con l’annullamento della distanza che c’è con Dio. Infatti, ciò che rende timoroso il rapporto di Adamo con Dio è la trasgressione, perché si è persa la trasparenza dell’innocenza con un rapporto traviato dalla infedeltà. Il perdono dei peccati sana proprio questa situazione e quindi libera dalla paura. Possiamo chiederci: ma noi abbiamo bisogno di essere perdonati? Avvertiamo questo bisogno? Se non lo avvertiamo siamo in preda alla seduzione e non abbiamo una vera percezione di noi stessi, perché quanto più ci si avvicina a Dio ci si scopre indegni, invece quanto più si è lontani da Dio tanto più ci si sente “a posto”.

                78a causa della pietà-misericordia del nostro Dio, nelle quali ci visiterà un sole che sorge dall’alto ,Il perdono avverrà attraverso la pietà-misericordia, il termine qui è usato in endiadi per rafforzare il concetto, infatti si traduce “pietà misericordiosa” e indica una immensa misericordia. Il sole che sorge dall’alto è un’immagine che riporta il contrario di ciò che avviene in natura. Indica innanzitutto qualcosa che non c’era e che si manifesta, e poi qualcosa che viene dal cielo: è un riferimento a Dio.

                79per manifestar[si] a coloro che si trovano nelle tenebre e nell’ombra di morte, per guidare i loro piedi nella via della pace. Dio illumina, si mostra così che noi sappiamo dove camminare. Giovanni è venuto ad indicare l’incarnazione della pietà-misericordia di Dio che serve ad illuminarci per farci camminare. Il testo insiste sul camminare; dopo aver conosciuto Dio che si è manifestato, siamo chiamati a mettere i piedi nella giusta direzione, altrimenti ci si ferma al livello della conoscenza. Possiamo chiederci, quanto questo nostro incontrarci nella Parola sia veramente fruttuoso nei termini della modifica dei nostri comportamenti. Se i nostri comportamenti non cambiano è paradossalmente anche peggio, perché ascoltiamo e non facciamo passi che conformino la nostra vita all’ascolto della Parola, dunque il nostro ascolto diviene come quello di Zaccaria, una “condanna” (cfr. Lc 12, 47: «Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.»).

                80Il bambino cresceva e si fortificava nello Spirito, ed era nei deserti fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Spirito può essere inteso sia nel senso di “interiormente”, che nel senso “grazie all’azione dello Spirito”, nei manoscritti non c’è distinzione tra maiuscola e minuscola. Il deserto è il luogo dell’assenza dell’uomo e dell’incontro con Dio. Per Israele il deserto è un’esperienza identitaria, che forma il popolo. Il deserto serve per incontrare Dio e per essere messi alla prova. Chi fa esperienza del deserto decide di mettere al primo posto le esigenze di Dio capovolgendo tutte quelle che sono le esigenze dell’uomo, decide di mettere al primo posto lo spirituale e in qualche modo nega il resto (Giovanni si nutre di miele e locuste). Oggi il deserto non è da ricercare solo in posti sperduti, non è un luogo fisico, il deserto è uno stato, uno spazio mentale e del cuore, ove noi decidiamo che Dio viene prima del resto, anche a costo di mettere il resto tra parentesi. Si può vivere anche a casa a patto di fare scelte ben precise soprattutto in relazione alle sollecitazioni che vengono dall’esterno (internet, computer, cellulare); si può provare a ritagliarsi spazi, a volte anche delle giornate, per testare la propria fedeltà.

3. Le risonanze personali

                vv. 67-80 Zaccaria “parla”, dopo nove mesi le sue prime parole sono un ringraziamento al Signore. Questo è un esempio di come un’esperienza di mutismo/isolamento abbia fatto cambiare Zaccaria facendolo convertire e obbedire alla volontà del Signore, lo mette in chiaro anche nel brano precedente, in cui Zaccaria va contro la tradizione e accetta la volontà di Dio. Ancora una volta Luca ci mette in evidenzia la determinazione di quando Dio entra nella nostra vita, ci mette in condizioni di isolarci per renderci più forti per affrontare la nostra realtà.

Zaccaria nel brano parla del compito di Giovanni cioè quello di preparare e annunciare la conoscenza della salvezza del perdono. Come noi ci prepariamo a questo salvezza ? E dopo la conoscenza come possiamo metterla in pratica? Le risposte sono nel servire il Signore, cioè stare alla sua presenza, senza paura ma con determinazione .

                vv. 67-80 Il Brano è diviso in due parti: nella prima parte Zaccaria padre di Giovanni riceve lo Spirito Santo e di questo avvenimento ringrazia Dio per aver riscattato il suo popolo e per averli salvati dai nemici; molte volte viene ripetuto il verbo salvare. La salvezza avviene attraverso la sua misericordia. Nella seconda parte si rivolge al figlio Giovanni e lo nomina profeta dell’Altissimo, proprio perché è il precursore di Gesù, gli prepara la strada e fa conoscere al suo popolo come Gesù li ha salvati dai peccati. Ho trovato molto bella l’immagine del sole che sorge dall’alto, e illumina anche le tenebre proprio perché Gesù si manifesta e lo cerchiamo in particolar modo quando siamo in difficoltà. Dell’ultimo versetto mi colpisce che Giovanni resta nel deserto fino al giorno della sua manifestazione ad Israele. Il deserto l’ho associo al far deserto dentro di noi, per dare spazio alla Parola di Dio; la preparazione interiore ci immette nella nuova vita, perchè Gesù è nuova vita e ci trasforma.

                vv. 67-80 Nella prima parte del brano Zaccaria benedice il Signore che sta compiendo ciò che ha promesso al suo popolo, cioè la salvezza e la misericordia (parole che ricorrono spesso nel brano). Nella seconda parte riconosce la missione del figlio Giovanni che preparerà la strada al popolo per far conoscere la salvezza e la misericordia di Dio nel perdono dei peccati.