7) Mt 4,1-11 – 03/05/2023
- Il testo
1Allora Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito per essere tentato dal diavolo. 2E avendo digiunato quaranta giorni e quaranta notti, dopo ebbe fame. 3E accostatosi il tentatore gli disse: «Se figlio sei di Dio dì che queste pietre diventino pani». 4Ma quello rispondendo disse: «è scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola pronunciata per mezzo della bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo prese con sé presso la santa città e lo pose sul pinnacolo del tempio 6e gli dice: «Se figlio sei di Dio gettati giù, è scritto infatti che ai suoi angeli comanderà riguardo a te e sulle mani ti porteranno, così che non inciampi sulla pietra il tuo piede». 7Disse a lui Gesù: «Ancora è scritto non tenterai il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo prese con sé presso un monte molto alto, e gli mostrò tutti i regni della terra e la loro gloria, 9 e disse a lui: «Tutte queste cose ti darò se prostratoti mi adorerai». 10Allora gli dice Gesù: «Vattene satana, è scritto infatti: Il Signore tuo Dio adorerai e a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco gli angeli gli si accostarono e lo servivano.
- Il messaggio
1Allora Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito per essere tentato dal diavolo. Giovanni Battista predica nel deserto e battezza al Giordano, Gesù viene battezzato al Giordano e spinto nel deserto. E’ lo Spirito a condurre Gesù, il deserto è il luogo d’incontro con Dio, e questo ci fa comprendere che tutte le volte che noi intendiamo incontrare Dio, incontriamo inevitabilmente anche chi disturba questo incontro, ed è di fatto l’azione del nemico.
Tuttavia, la parola di oggi ci dice che lo Spirito conduce nel deserto Gesù affinché sia tentato dal diavolo e non per incontrare Dio. Gesù dev’essere tentato perché in perfetta continuità con quello che è il battesimo; Egli si era fatto battezzare per una piena solidarietà con l’uomo che vive facendosi carico del peccato, poi si lascia condurre nel deserto per una piena solidarietà con l’uomo che è tentato. L’umanità che Gesù sperimenta è quella di vivere le conseguenze del peccato per scelta. Ci insegna inoltre come vincere la tentazione (Sant’Agostino afferma infatti che la tentazione la si vince solo se accanto a noi c’è Gesù).
2E avendo digiunato quaranta giorni e quaranta notti, dopo ebbe fame.” Ci si può chiedere come mai Gesù digiuni. Egli ci insegna che, dovendo essere tentato, si prepara a vivere la tentazione con gli strumenti del digiuno e della preghiera.
Il valore di questi strumenti è valido ancora oggi, e la Chiesa mantiene sin dalle sue origini le forme penitenziali al suo interno, ed assume come giorni penitenziali il mercoledì e il venerdì.
Subito dopo Gesù ha fame, e la tentazione s’innesta sul bisogno. Il bisogno umano è una fragilità in quanto crea una dipendenza. Il tentatore si accosta, sottoforma di un pensiero «Se figlio sei di Dio dì che queste pietre diventino pani». Il tentatore, fondamentalmente, sta invitando Gesù, figlio di Dio, a compiere un miracolo per sé, ma Gesù non accetta che la sua figliolanza divina sia utilizzata per sé. 4Ma quello rispondendo disse: «è scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola pronunciata per mezzo della bocca di Dio». Gesù sposta il bisogno, citando il Deuteronomio (8, 3) riferisce che il nutrimento dell’uomo è la parola di Dio, e ci insegna che il primato di Dio, delle cose spirituali, è la prima condizione per vincere la tentazione. Gesù nega una necessità fisica perché per lui è più importante Dio, capovolge la piramide dei bisogni, il primo bisogno è quello di Dio e poi possono essere soddisfatti gli altri sottostanti.
Nella seconda tentazione, il diavolo lo prende con sé e lo trasporta nel luogo più importante della vita religiosa, Gerusalemme. 5Allora il diavolo lo prese con sé presso la santa città e lo pose sul pinnacolo del tempio 6e gli dice: «Se figlio sei di Dio gettati giù, è scritto infatti che ai suoi angeli comanderà riguardo a te e sulle mani ti porteranno, così che non inciampi sulla pietra il tuo piede». La tentazione non riguarda più Gesù, ma il rapporto di fiducia con Dio. 7Disse a lui Gesù: «Ancora è scritto non tenterai il Signore Dio tuo». La fiducia non dev’essere messa alla prova, perché altrimenti non lo è, la fiducia è sostitutiva della verifica. Il nemico sta mettendo alla prova Gesù, ma Gesù sta rispondendo che non ha bisogno di un’azione eclatante per dimostrare che Dio lo ama.
Quando finanche la comprensione della parola di Dio ci provoca sfiducia nella relazione, probabilmente non l’abbiamo compresa bene, perché la Parola va sempre letta nell’ottica della fiducia. Un grande esempio che abbiamo nella storia della sfiducia è Adamo (Genesi 4), che alle parole del serpente inizia a provare diffidenza. Se avesse avuto fiducia non avrebbe mangiato. La Parola va sempre compresa in un’ottica di fiducia, certi tutto ciò che Dio ci dice è per il nostro bene.
8Di nuovo il diavolo lo prese con sé presso un monte molto alto, e gli mostrò tutti i regni della terra e la loro gloria, 9 e disse a lui: «Tutte queste cose ti darò se prostratoti mi adorerai». Satana vuole dargli l’autorità, il potere, e Gesù lo riconosce e gli risponde così: 10Allora gli dice Gesù: «Vattene satana, è scritto infatti: Il Signore tuo Dio adorerai e a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco gli angeli gli si accostarono e lo servivano.
In Matteo, Gesù pratica un vero e proprio esorcismo, caccia il diavolo perché solo Dio va adorato. Gesù rifiuta l’autorità dei regni e si ripresenterà con un’autorità diversa come a Cafarnao. Compaiono due autorità: una sulle cose del mondo e un’altra nascosta al mondo ma che ha che fare con Dio. Per avere l’autorità spirituale abbiamo bisogno di allontanare gli allettamenti del potere di questo mondo, e Gesù camminerà proprio in questa direzione.
La sequenza delle tentazioni tra Matteo e Luca (Lc 4, 1-30 link) è diversa, in Luca troviamo invertite le tentazioni della montagna e del pinnacolo del tempio. In Matteo sembra quasi che si voglia sottolineare l’altezza di potere in termini di qualità, importanza.
La forma della tentazione è qualcosa che si frappone nel nostro rapporto con Dio, che Dio vuole non divaricato, e il tentatore mette sfiducia nel rapporto, e tutti coloro che fungono da separatori e mettono sfiducia fanno il gioco del nemico. Le forme delle tentazioni sono le fami e i desideri, ci sono i desideri che non sono secondo Dio o che comunque devono essere subordinati a Dio, che dev’essere prima di tutte le cose, altrimenti è idolatria. Un’altra forma di tentazione può essere quella in cui siamo portati a pensare di fidarci di Dio solo se la nostra preghiera trova realizzazione, oppure ancora quando non scegliamo i modi di pensare di Dio, ma scegliamo quello del mondo. Se non riconosciamo questa diversità di bisogni, di Dio e del mondo, possiamo vivere negando la parte più importante di noi.
Queste forme di tentazione ci aiutano a capire come il nostro rapporto con Dio può essere interferito e spingerci a riflettere come le nostre relazioni, se fondate sulle cose di Dio, funzionano in maniera più forte mentre sono più fragili se seguono le cose del mondo.
- Alcune domande per riflettere
• [La mia fede] Il deserto è per eccellenza nella storia di Israele il luogo di incontro con Dio. Eppure Gesù lì incontra il nemico e la sua azione tentatrice. Sono consapevole che esiste una relazione tra il desiderio di incontrare Dio e l’azione tentatrice del nemico? sono consapevole che nello sforzo di pregare c’è sempre un’azione di disturbo? Sono capace di riconoscerla e non farmi scoraggiare?
• [Gli altri] La seconda tentazione del nemico è sulla fiducia. Questi chiede una verifica della stessa. Quanto sono tentato di dare fiducia – a Dio come a fratelli e sorelle – sotto condizione? Ho mai pensato che la fiducia è una forma di abbandono a Dio? È una forma di consegna ai fratelli? Riesco a viverla? Quali gli impedimenti?
• [La prassi] L’ultima tentazione afferisce al potere. Al Regno. Alla gloria. Un potere, regno e gloria che però non afferiscono a Dio ma al mondo. Gesù li rifiuta e comincerà a breve la sua predicazione del Regno dei cieli con un’autorità del tutto diversa. Quanto sono attratto dal Regno di Dio e quanto dai Regni umani? Quanto dai beni celesti e quanto dai beni terrestri? Quanto questa è già tentazione per me?
• [La mia offerta] Il nemico chiede a Gesù di sfruttare la sua figliolanza divina per soddisfare un suo bisogno. Gesù risponde spostando il bisogno: dal pane alla Parola di Dio. Questo spostamento dice il primato di Dio. Quanto sono disposto per vincere la tentazione a riconoscere che il bisogno di Dio è superiore ai miei bisogni corporei?