84) Lc 18, 35-43 – 04/05/2022
- Il testo
35Avvenne nell’avvicinarsi egli a Gerico che un cieco era seduto presso la strada mendicando.36Avendo udito mentre la folla passava si informò cosa fosse questo. 37Annunziarono a lui: «Gesù il Nazareno passa». 38E urlò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me». 39E quelli che precedevano lo ammonivano affinché tacesse, [ma] quegli molto di più gridava: «Figlio di Davide, abbi pietà di me».
40Fermatosi Gesù invitò che egli fosse condotto da lui. Avvicinatosi gli chiese: «Cosa vuoi che faccia per te?». Quello disse: «Signore, che io alzi lo sguardo». 42E Gesù disse a lui: «Alza lo sguardo di nuovo, la tua fede ti ha salvato». 43 E immediatamente alzò lo sguardo e lo seguiva glorificando Dio. E tutto il popolo, avendo visto, diede lode a Dio.
- Il messaggio
35Avvenne nell’avvicinarsi egli a Gerico che un cieco era seduto presso la strada mendicando.36Avendo udito mentre la folla passava si informò cosa fosse questo. 37Annunziarono a lui: «Gesù il Nazareno passa». Dopo quello che è accaduto con il ricco e dopo il cosiddetto terzo annunzio della passione, ci troviamo di fronte alla spiegazione di Gesù della sequela. Ancora una volta, i discepoli non comprendono il messaggio e ci viene proposta una situazione che ha del paradossale.
Gesù si avvicina a Gerico, e qui c’è un cieco seduto sulla strada a mendicare. La condizione di un uomo che mendichi è di provvisorietà, mendicare significa chiedere. Quest’uomo che mendica non ha un orizzonte diverso se non quello di superare la giornata, il suo interesse è procurarsi il fabbisogno giornaliero. Ma avendo udito che la folla passa, percepisce che c’è un movimento: gli annunziano che Gesù il Nazareno passa, che sta attraversando la zona.
38E urlò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me». 39E quelli che precedevano lo ammonivano affinché tacesse, [ma] quegli molto di più gridava: «Figlio di Davide, abbi pietà di me». La posizione del cieco cambia in maniera netta, quest’uomo comincia ad urlare dicendo: «Gesù figlio di Davide, abbi pietà di me». Per comprendere bene cosa intenda con l’appellativo «figlio di Davide», bisogna ricordare che Nazaret è in Galilea, Davide è di Betlemme in Giudea. Il cieco sta riconoscendo la funzione messianica di Gesù, perché il Messia viene da Davide e quest’uomo sta proclamando la sua fede in Gesù, il messia.
Il mendicante chiede a Gesù di aver pietà di lui, dunque passa dal mendicare a un chiedere pietà, che è legato a qualcosa di più importante perché crede che l’altro possa modificare la propria condizione.
Di fronte a questa richiesta quelli che precedono Gesù ammoniscono il cieco affinché taccia. Abbiamo già incontrato questo atteggiamento in altre occasioni, come quando Gesù si sta recando presso la figlia di Giairo, la figlia muore, e dicono di non importunare Gesù, perché sua figlia è già morta (Lc 8, 40-56). Anche in questo brano, quest’uomo intralcia il cammino di Gesù, e queste persone, le stesse, probabilmente, che lo hanno annunciato, lo allontanano divenendo loro stesso un ostacolo per incontrare Gesù. Tuttavia il cieco non si abbatte ma molto di più grida affinché possa arrivare a Gesù.
40Fermatosi Gesù invitò che egli fosse condotto da lui. Avvicinatosi gli chiese: «Cosa vuoi che faccia per te?». Egli si attiva passando dal mendicare a riconoscere un uomo che può cambiargli la vita, a cui chiede pietà e grida più forte. Gesù si ferma e incoraggia le persone che glielo portino e mentre quello si avvicina a Gesù gli chiede cosa vuole che faccia. La domanda indica il passaggio dal riconoscimento della persona di Gesù all’ascolto del desiderio di quest’uomo.
Quello disse: «Signore, che io alzi lo sguardo». 42E Gesù disse a lui: «Alza lo sguardo di nuovo, la tua fede ti ha salvato». Il punto centrale del brano è nel verbo «alzare lo sguardo», la frase che può essere anche tradotta con «Signore che io veda di nuovo». Si tratta di un gioco di parole che in italiano non rende, per cui possiamo capire che la richiesta di quest’uomo esprima un voler ritornare a vedere, come un desiderio di voler guardare di nuovo in alto, che metaforicamente intende tornare a guardare Dio, incontrarlo.
43 E immediatamente alzò lo sguardo e lo seguiva glorificando Dio. E tutto il popolo, avendo visto, diede lode a Dio. Gesù risponde al cieco di guardare in alto, gli solleva lo sguardo. Egli guarda colui che gli è davanti, Gesù. E’ difficile credere che quest’uomo volesse solo vedere, quest’uomo ha desiderio di incontrare Dio, la cecità è un ostacolo ad incontrare a Gesù, e la guarigione fisica non è lo scopo dell’azione di Gesù, ma serve a quest’uomo per vedere Gesù ed incontrare la salvezza. Viene in mente l’episodio dell’emorroissa (Lc 8, 43-48), o del lebbroso purificato (Lc 17, 11), in cui il lebbroso deve parlare da lontano con Gesù, non può avvicinarsi, e non appena è purificato torna e si getta ai piedi di Gesù e gli dice che la fede lo ha salvato. La guarigione non è soltanto fine a se stessa, ma è funzionale ad incontrare Gesù. Il meccanismo è sempre lo stesso, quando c’è la fede, non c’è mai una guarigione per la guarigione.
Quest’uomo nel suo cuore cercava una condizione diversa di vita, non voleva avere uno sguardo alle cose concrete, al vivere alla giornata, il suo sguardo è in alto, e vede Dio, la sua vita adesso ha come orizzonte Dio, non solo andare avanti, alla giornata, e mendicare. Il mendicare e poi seguire Gesù, glorificando Dio, ci permette di cogliere la perfetta sequela di quest’uomo a Gesù.
Al contrario, i discepoli sono ciechi, Gesù riferisce loro il terzo annuncio della passione ma questi non lo comprendono. Il cieco invece si costituisce come un perfetto esempio di discepolo, colui che cerca Dio e trova Gesù. Di fronte a questo tutto il popolo vede e dà lode al Dio, come se questa azione di aprire gli occhi, che manifesta la fede di quest’uomo, apre gli occhi anche al popolo, l’esperienza di quest’uomo fa vedere che anche il popolo rende lode a Dio, come se il popolo attraverso la testimonianza si mettesse allo stesso livello.
- Le risonanze personali
Vv. 35-43 In questo brano l’aspetto che mi colpisce particolarmente è la conoscenza che il cieco ha di Gesù che gli permette di sapere cosa chiedere. Gesù passa, lui non può vederlo ma si rende conto che qualcosa intorno a lui sta accadendo e dopo il messaggio di annunzio trova il modo di farsi vedere da Gesù.
Il cieco sicuramente ha già sentito parlare di Gesù che chiama Figlio di Davide e chiede di poter alzare lo sguardo . Non un semplice vedere, ma un poter guadare in alto. Questa richiesta mi ricorda la riflessione ricorrente che Gesù concede sempre più di quanto si possa chiedere e di cui il cieco sembra essere perfettamente consapevole ovvero dimostra di avere Fede.
E io so cosa chiedere e soprattutto chiedo puntando in alto ?
- Alcune domande per riflettere
- [La mia fede] L’annuncio della presenza di Gesù produce nel cieco un cambiamento: dall’accontentarsi di mendicare questi chiede pietà. Chiede di poter vedere. Tale cambiamento implica necessariamente la fede che Gesù può cambiare la mia vita, guarendo le mie cecità. Credo che Gesù può cambiarmi la vita? Glie lo chiedo? Quali sono le cecità da cui vorrei guarire?
- [Gli altri] In questo racconto gli altri sono di ostacolo al raggiungimento di Gesù. Riconosco quelle persone che mi ostacolano nel mio tentativo di avvicinarmi a Gesù? Riesco a urlare più forte o mi faccio convincere che è bene che io non disturbi il Maestro? Mi fa comodo ascoltarle o vorrei incontrare Gesù?
- [La prassi] Qualche volta sono io ad essere agli occhi degli altri uno di quelli che cammina con Gesù: sono un cristiano. Il mio atteggiamento è di aiuto o di dissuasione per incontrare Gesù? «Precedo» Gesù mettendo a tacere le esigenze dell’altro oppure «seguo Gesù» glorificando Dio che ha salvato la mia vita?