88) Lc 19, 41-48 – 01/06/2022

  1. Il testo

       41E come si avvicinò, vista la città, pianse su di essa 42dicendo: «Se avessi conosciuto in questo giorno anche tu le cose verso la pace. Ora, però, sarà nascosta ai tuoi occhi. 43Poiché giungeranno giorni per te e i tuoi nemici ti cingeranno di trincee e ti circonderanno e ti costringeranno da ogni parte. 44E raderanno al suolo te e i tuoi figli in te, e non lasceranno pietra su pietra in te, poiché non hai conosciuto il momento della tua visita. 45Ed entrato nel tempio cominciò a scacciare i venditori dicendo loro: «è scritto: e sarà la mia casa casa di preghiera, voi però l’avete fatta spelonca di ladri». 47E ed era insegnando il giorno nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi e i primi del popolo cercavano di ucciderlo, 48 e non trovavano come fare, il popolo tutto infatti pendeva dal suo ascolto.

  • Il messaggio

       Innanzitutto, questo brano rappresenta un punto di arrivo: Gesù si avvicina alla vista di Gerusalemme, perché il Monte degli Ulivi è a ridosso di Gerusalemme. Quindi Gesù da qui vede Gerusalemme dall’alto verso il basso, e piange su di Essa. Il pianto su Gerusalemme, però, stride con l’arrivo trionfale di Gesù. Questo pianto dipende dal fatto che Gerusalemme non ha saputo approfittare della presenza del Re, dell’unico capace di condurre verso la pace. Gerusalemme infatti non potrà più fruire di Lui, perché Gesù sta per portare a compimento la Sua missione sulla Terra: la possibilità è svanita, il kairòs, l’ora, il momento giusto è passato.

       v.41 E come si avvicinò, vista la città, pianse su di essa 42dicendo: «Se avessi conosciuto in questo giorno anche tu le cose verso la pace. Ora, però, sarà nascosta ai tuoi occhi. 43Poiché giungeranno giorni per te e i tuoi nemici ti cingeranno di trincee e ti circonderanno e ti costringeranno da ogni parte. 44E raderanno al suolo te e i tuoi figli in te, e non lasceranno pietra su pietra in te, poiché non hai conosciuto il momento della tua visita. I verbi passivi utilizzati descrivono un movimento ad accerchiamento e parlano di una impossibilità di muoversi: Gerusalemme è costretta, distrutta, rasa al suolo, perché non ha colto il momento giusto, in cui Gesù l’ha visitata. Per tutto c’è un momento di scelta e, dopo questo, gli eventi seguono le nostre scelte, in cui raccogliamo i frutti delle nostre scelte, le loro conseguenze. Gesù si accorge che il tempo è passato. Sembra che qui si parli dell’urgenza del Vangelo, e se non lo si accoglie, prima o poi la nostra scelta ci si ritorce contro.

       Dopo aver detto questo, Gesù entra nel Tempio. Questo è molto significativo, perché è la prima cosa che Gesù fa quanto arriva a Gerusalemme. Occorre recuperare il rapporto tra Gesù e Gerusalemme. Luca ci racconta (a differenza di Giovanni che ci dice che Gesù sale molte volte a Gerusalemme) che il rapporto con questa città si realizza (cfr. il capitolo 2, vv. 22-40) quando Gesù è presentato al Tempio, oppure a 12 anni quando si perde; poi Gesù non si reca più a Gerusalemme ad accezione del capitolo 4 (vv. 1-13, si tratta della terza tentazione perpetrata dal Diavolo, che porta Gesù sul pinnacolo del Tempio, tuttavia non si tratta di un viaggio concreto). Dopo di che, al Capitolo 9, vv. 28-36, Gesù parla nella trasfigurazione con Mosè ed Elia del Suo Esodo che si deve compiere a Gerusalemme. Da quel punto, i dieci capitoli che seguono parlano a più riprese di Gesù che di avvicina a Gerusalemme. Questo significa che Gerusalemme è la meta del Vangelo.

       45Ed entrato nel tempio cominciò a scacciare i venditori dicendo loro: «è scritto: e sarà la mia una casa di preghiera, voi però l’avete fatta spelonca di ladri. Gesù ristabilisce la purità del luogo di culto, perché il Tempio deve ritornare ad essere luogo dove si pensa a Dio e non luogo di mercato, non luogo di denaro. Gesù toglie dal cuore di Gerusalemme l’idolo denaro: difatti si parla della purificazione del Tempio come segno della Sua missione, ripristinando al centro del cuore di Gerusalemme Dio.

       47E ed era insegnando il giorno nel tempio. Gesù si mette tutto il giorno ad insegnare nel Tempio, ristabilendo l’equilibrio spirituale della Città di Gerusalemme, che non è stata capace di riconoscere la visita che ha ricevuto, perché il suo cuore è corrotto, avendo al suo centro un idolo che è il mercato, il denaro, il commercio.

       I sommi sacerdoti e gli scribi e i primi del popolo cercavano di ucciderlo, 48 e non trovavano come fare, il popolo tutto infatti pendeva dal suo ascolto. Coloro che devono condurre, alimentare, curare la vita spirituale della comunità di Israele, al cui centro c’è Gerusalemme, il cui cuore è costituito dal Tempio vogliono uccidere Gesù. I sommi sacerdoti e gli scribi e i primi del popolo voglio ripristinare l’ordine e l’equilibrio che c’era prima della venuta di Gesù, rimettendo al centro il denaro, attuando così una vera e propria ribellione a Dio

       Si ripresenta allora la dinamica della vicenda di Caino. Tuttavia, i sommi sacerdoti e gli scribi e i primi del popolo non riescono ad uccidere Gesù: 48 e non trovavano come fare, il popolo tutto infatti pendeva dal suo ascolto. La Sua Parola diventa l’elemento che attira il popolo, fermando la mano di costoro. Alla luce di quanto sopra, dovremmo scegliere il Vangelo con radicalità, come individui e comunità, piuttosto che essere addormentati e seguire altri idoli come “la bella vita tranquilla”. Ci rendiamo conto di essere disimpegnati dal punto di vista del Vangelo, senza il sacro fuoco del Vangelo che deve muoverci. Il crogiolarsi nella propria debolezza non ci rende determinati nello scegliere il Vangelo, ed inevitabilmente scegliamo altro, perdendo così tempo, occasioni, il momento giusto. La malattia dell’uomo di oggi è proprio l’anestetizzazione che ci porta ad essere deboli e ciò ci ripiega su altre cose che non sono vicine al Vangelo.

  • Alcune domande per riflettere
  • [La mia fede] L’urgenza del vangelo si manifesta tutta nel pianto di Gesù su Gerusalemme. Esso esprime la fine della possibilità di scegliere il Regno e il suo Re. E la conseguente distruzione. Quanto percepisco l’urgenza del vangelo? Quanto il mio atteggiamento è attendista e rimanda la scelta più importante della mia vita: cioè abbracciare radicalmente il vangelo?
  • [Gli altri] La ribellione interiore degli scribi e dei Farisei è simbolo della ribellione di Gerusalemme a Dio: ella non desidera modificare il suo equilibrio malato. Epilogo di ciò è il tentativo di uccidere Gesù, impedito dalla folla. Ti capita nel tuo cuore di voler «uccidere» Gesù? Di volerlo eliminare dalla tua vita? Di sentirlo come un antagonista? Chi rappresenta per te la «folla».. ovvero coloro che te lo impediscono? Come vivi il rapporto con loro?
  • [La prassi] La mancata percezione dell’urgenza del vangelo e la mancata adesione ad esso dipende da quanto il proprio tempio – la propria anima – è legata ad altri idoli. Quali sono gli idoli che venero nel mio cuore? Cosa metto prima del vangelo?