97) Lc 22, 1-13 – 26/10/2022

  1. Il testo

                1Si avvicinava la festa degli azzimi, chiamata pasqua e cercavano i sommi sacerdoti e gli scribi come toglierlo di mezzo, avevano infatti paura del popolo. 3Entrò Satana in Giuda, chiamato Iscariota, che era dal numero dei Dodici. 4E andato, parlò ai sommi sacerdoti e capi [delle guardie] su come consegnarlo a loro. 5E gioirono e misero insieme argento da dargli. 6E fu d’accordo e cercava l’occasione di consegnarlo a loro lontano dalla folla.
                7Venne il giorno degli azzimi, nel quale era necessario immolare [la vittima di] pasqua. 8E [Gesù] mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Recandovi, preparate per noi la pasqua, affinché mangiamo». 9Quelli dissero a lui: «Dove vuoi che prepariamo?». 10Quegli rispose: «Ecco entrando nella città vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa nella quale entrerà, 11e dite al padrone della casa: “Dice a te il maestro: dov’è la sala dove mangiare la pasqua con i miei discepoli?”. 12Ed egli vi mostrerà una grande sala superiore tappezzata. Lì preparate. 13Giunti, trovarono come aveva detto loro e prepararono la pasqua.

  • Il messaggio

E’ quanto mai opportuno ascoltare questo brano, noto a tutti, senza le interferenze delle pregresse conoscenze, in modo da poter cogliere autenticamente la direzione del brano.

1Si avvicinava la festa degli azzimi, chiamata pasqua e cercavano i sommi sacerdoti e gli scribi come toglierlo di mezzo, avevano infatti paura del popolo. La “Pasqua” in ebraico significa “passaggio”, passaggio di Israele dalla schiavitù d’Egitto alla libertà e poi passaggio dalla schiavitù del peccato alla libertà. Nella Pasqua i sommi sacerdoti vogliono letteralmente togliere di mezzo Gesù, vogliono “liberarsi” da Gesù. La Pasqua diventa una forma di liberazione da qualcosa che dà fastidio.

Possiamo chiederci se la Pasqua può essere la liberazione da Dio stesso? Il popolo nel brano fa da freno, anche se successivamente la posizione cambierà. La Pasqua, che per Israele è il trionfo di Dio sul popolo, mette nella condizione di chiederci: Dio può permettere durante la Pasqua la vittoria del male? Il brano ci racconta che man mano che ci si avvicina alla Pasqua il desiderio di costoro di liberarsi di Gesù si realizza sempre di più, tanto che ci vengono raccontati dei gradi: il desiderio di far fuori Gesù, Satana entra in Giuda, infine l’organizzazione della realizzazione.

                Possiamo considerare il togliere di mezzo Gesù come una preghiera esaudita? Dio realizza la preghiera di costoro? Non si tratta di un’opera di Dio perché è Satana che entra in Giuda. Gli eventi sembrano realizzarsi a favore di scribi e sacerdoti, leggendo gli avvenimenti dalla loro prospettiva, si nota che il loro desiderio sta trovando realizzazione e sembrerebbe che Dio è con loro.

3Entrò Satana in Giuda, chiamato Iscariota, che era dal numero dei Dodici. 4E andato, parlò ai sommi sacerdoti e capi [delle guardie] su come consegnarlo a loro. 5E gioirono e misero insieme argento da dargli. 6E fu d’accordo e cercava l’occasione di consegnarlo a loro lontano dalla folla. Dall’altro punto di vista, l’evangelista afferma che è Satana che entra nel cuore di Giuda e Dio permette questo. Gli scribi e sommi sacerdoti riescono a catturare Gesù perché dall’interno qualcuno cede. Non c’è possibilità di catturare Gesù con parole, tranelli e leggi, ma accade per mezzo di qualcuno che è dentro. Il male non entra nella nostra storia se non gli diamo il permesso.

Satana sta per attaccare Gesù insinuandosi nei suoi amici. Giuda esprime al massimo la dimensione del male, perché trasforma l’amicizia che Gesù gli offre in uno strumento per andargli contro. E’ proprio questo è il tradimento, letteralmente è una consegna; possiamo consegnare ciò che non abbiamo? Giuda può consegnare Gesù perché Gesù si è consegnato ai suoi amici, ha compiuto un atto di affidamento alla libertà di un altro.

Satana utilizza proprio questo affidamento per entrare nel cuore di Giuda. Il tradimento, si realizza nel giorno degli azzimi, cioè nella Pasqua: sembra un paradosso, come può Dio realizzare la vittoria dei nemici proprio nel giorno di Pasqua? Satana entra in Giuda e lui va dai sommi sacerdoti e ai capi delle guardie per consegnarlo e questo produce gioia e denaro, due elementi frutto dell’azione del consegnare. C’è una gioia che non viene da Dio.

A riguardo, S. Ignazio di Loyola parla di due tipi di gioie, quella frizzate, che è la gioia dell’eccitazione, del momento, che svanisce esattamente come è venuta, quella che non proviene da Dio; fa poi riferimento ad un’altra gioia, che è quella profonda che rimane nell’anima. Siamo chiamati a porre attenzione alle nostre gioie, alle nostre passioni che ci producono gioia ma non sono sempre buone.

6E fu d’accordo e cercava l’occasione di consegnarlo a loro lontano dalla folla.La folla, diventa in qualche modo il guardiano di Gesù e devono fare tutto di nascosto.

7Venne il giorno degli azzimi, nel quale era necessario immolare [la vittima di] pasqua. È il giorno degli azzimi, è arrivato il momento propizio e per Giuda, gli scribi e i sacerdoti è come se ci fosse una vittoria. L’evangelista Luca tuttavia sottolinea che l’azione di Gesù non segue la necessità degli eventi, è Gesù che decide di immolarsi.

Dio non è inerte di fronte al male che avanza, Dio fa la storia cambiando le carte in mano ai malvagi, lasciando loro la libertà di compiere il male ma modifica il significato degli eventi, fa compiere il male ma questo non è vittorioso perché Lui cambia il significato degli eventi quandanche fossero le azioni di male.

Voler catturare ed uccidere Gesù nel giorno degli azzimi assume il significato di diventare proprio quella vittima che bisogna immolare nel giorno di Pasqua. Gesù sembra quasi un ingenuo, dal punto di vista dell’essere uomo Gesù non fa nessun atto di furbizia per sottrarsi a questo, ma Dio opera un cambio di intenzione che diventa salvifica, per la liberazione, e Gesù aiuta addirittura a compierla.

8E [Gesù] mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Recandovi, preparate per noi la pasqua, affinché mangiamo». 9Quelli dissero a lui: «Dove vuoi che prepariamo?». Gesù prepara da sé questa Pasqua, i discepoli non fanno nient’altro che seguire quello che Gesù ha detto loro come profezia.

Il compito dei discepoli è quello di fidarsi di ciò che è stato preparato e non opporsi, se è stato preparato da Dio non è male anche se agli occhi degli uomini potrebbe essere così. Dio conferisce ad ogni cosa un nuovo significato. L’evento della passione e morte di Gesù è scandalizzante finché i discepoli non fanno l’esperienza della resurrezione. Adesso, tuttavia, il loro compito è fidarsi.

Il brano interroga sul rapporto con il male che è fianco a fianco nella nostra vita.

Che fai (o fa?) Dio quando c’è questo male? Come ci relazioniamo con l’altro? con furbizia? Scappando? È questa la via cristiana? Nonostante il male che gli è attorno e addirittura vicino a persone che Lui ha scelto, Gesù va dritto per la sua strada, non devia, perché è certo che l’azione di Dio prima o poi trionfa. Si tratta di una prova durissima che prima o poi tutti dovremo affrontare.

  • Alcune domande per riflettere
  • [La mia fede] La Parola si apre con una contraddizione palese: l’avvicinarsi della festa degli azzimi e il crescere dello sforzo dei sommi sacerdoti di togliere di mezzo Gesù. La Pasqua è la festa della liberazione. Può essere la pasqua una liberazione da Gesù? Può Dio permettere un male così palese? Cosa dice la mia fede di fronte a una situazione di vittoria del male?
  • [Gli altri] La prosecuzione del racconto mostra una strana coincidenza. Durante l’avvicinarsi di questa Pasqua si avvicina anche la liberazione tanto desiderata da sacerdoti e scribi. Ma il vangelo è chiaro: essa non è opera di Dio, ma di Satana. Può intervenire Dio nella mia vita eliminando una persona a me scomoda? Quanto mi capitano desideri di questo tipo e quanto sono capace di discernere che vengono dal nemico? E se la soluzione cristiana non è l’eliminazione, quale potrebbe essere?
  • [La prassi] Il male non può che entrare nella nostra storia se non attraverso pensieri e soprattutto azioni malvagie. Chi agisce rettamente e compie azioni rette non cade in esso. Giuda tradisce non perché nel suo cuore sorga un dubbio verso Gesù, ma perché il suo dubbio diventa motivo di doppiezza contro Gesù. Egli non si confronta col maestro, ma usa l’amicizia che Questi ha offerto a lui come strumento di tradimento. Quante mie azioni sono cattive? Quale il tratto della loro cattiveria? Quanto penso di poter costruire bene (per me e intorno a me) con azioni cattive?