Intermezzo di Natale – Gv 1, 1-18 – 23/12/2020
- Il testo
1In principio era la Parola, e la Parola era verso Dio e la Parola era Dio. 2Questa era nel principio verso Dio. 3Tutte le cose avvennero per mezzo di Lei, e senza di lei nessuna cosa avvenne. 6Ci fu un uomo mandato da Dio, il suo nome [era] Giovanni. 7Costui venne per testimonianza affinché testimoniasse sulla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era questi la luce, ma [era] perché testimoniasse riguardo alla luce. 9La luce, quella vera, che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. 10Era nel mondo e il mondo fu per mezzo suo, e il mondo non lo conobbe. 11Venne tra ciò che era suo, e i suoi non lo accolsero. 12 Quanti lo accolsero, a loro diede autorità di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome. 13Costoro non dai sangui, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio sono generati. 14E la Parola divenne carne e fece la tenda tra noi, e abbiamo visto la sua gloria, gloria come unigenito dal Padre, piena di grazia e verità. 15Giovanni testimonia riguardo a lei e grida dicendo: «Costui era [colui] del quale dissi: “Colui che viene dopo di me, sta davanti a me, poiché era prima di me”. Poiché dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto una grazia in luogo di un’altra. 17Poiché la legge fu data per mezzo di Mosé, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. 18Dio nessuno lo ha visto mai, l’unigenito Dio, che è presso il seno del Padre, questi lo ha svelato».
- Il messaggio
Il brano può costituire un’occasione a fine anno per ringraziare e ricapitolare un percorso in cui si ascolta la Parola insieme. Questo prologo di Giovanni esprime il mistero di Dio che si incarna in una maniera molto particolare. E’ una sintesi del Vangelo di Giovanni ma ne costituisce anche un modello. Quello che leggiamo è in effetti il modello secondo il quale Dio si rivela, esso funziona anche per ogni realtà umana.
E’ una modalità che è costituita di tre grandi momenti che hanno a che fare con un Dio che si incarna e viene ad abitare in mezzo a noi. Il primo grande momento è quello di una Parola che è in Dio: 1In principio era la Parola, e la Parola era verso Dio e la Parola era Dio. 2Questa era nel principio verso Dio. E’ una Parola divina, creatrice ed indispensabile, senza di Lei nulla avvenne. Esprime ciò che noi viviamo: accogliere la Parola significa riconoscere la sua divinità, il suo essere parola creatrice e il suo essere indispensabile nella nostra vita. Quando ciò non accade, non stiamo accogliendo la Parola di Dio.
Il secondo momento è tutto connotato dall’immagine della luce, 4In lei era vita, e la vita era la luce degli uomini. 5 E la luce si manifesta nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta. E’ una luce che è più forte delle tenebre. Le tenebre sono l’assenza di luce, e quindi l’assenza di Dio. Dio viene nella nostra storia che è senza di Lui e le tenebre non possono sopraffare la presenza di Dio, che è sempre più forte; tuttavia la luce si manifesta in modo particolare.
6Ci fu un uomo mandato da Dio, il suo nome [era] Giovanni. 7Costui venne per testimonianza affinché testimoniasse sulla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era questi la luce, ma [era] perché testimoniasse riguardo alla luce. Un primo elemento di “pre-incarnazione” della luce è la testimonianza data da un uomo scelto da Dio, affinché per mezzo di lui tutti credano. Dio sceglie dei testimoni per mezzo della cui testimonianza si è introdotti alla Sua presenza. Talvolta invece abbiamo la tentazione di considerare il nostro rapporto con Dio in forma individualistica, come se la relazione fosse unicamente tra noi e Dio. Giovanni al contrario ci parla anche di una mediazione, di uomini che non sono la luce, anche se a volte risplendono così tanto che qualcuno potrebbe scambiarli per Dio stesso (cfr. At 14, 11-13: «La folla, veduto ciò che Paolo aveva fatto, alzò la voce, dicendo in lingua licaonica: «Gli dèi hanno preso forma umana, e sono scesi fino a noi”.E chiamavano Barnaba Giove, e Paolo Mercurio, perché era lui che teneva il discorso»), quando invece sono strumenti di Dio. Anche i santi divengono uno strumento privilegiato nelle mani del Signore e i loro miracoli non sono altro che l’azione di Dio mediante queste persone nel mondo, gli uomini infatti non fanno miracoli, ma i miracoli ci fanno riconoscere che si tratta di testimoni. Giovanni dunque serve per introdurre alla luce.
9La luce, quella vera, che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. 10Era nel mondo e il mondo fu per mezzo suo, e il mondo non lo conobbe. 11Venne tra ciò che era suo, e i suoi non lo accolsero. 12 Quanti lo accolsero, a loro diede autorità di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome. Ci viene raccontato il progressivo ingresso della luce nel mondo. Viene inoltre espresso il grande mistero che riguarda ciascuno di noi, perché da un lato ci viene detto che le tenebre non possono sopraffare la luce, dall’altro ci viene detto che l’uomo può non accogliere la luce. Si tratta di una dicotomia, l’uomo può non riconoscere la luce che splende, perché è cieco. Ci viene raccontato il mistero di questa cecità (cfr. anche l’episodio del cieco nato nello stesso Vangelo di Giovanni, 9, 1-41). La luce vera, invece, produce in quelli che la accolgono, l’autorità, il dono di diventare figli di Dio. Quando la luce arriva nel mondo, dunque, alcuni la accolgono, altri non la accolgono. Il verbo accogliere significa credere nel Suo nome, accogliere la luce significa credere nella luce. La luce può essere conosciuta attraverso la fede, ecco perché deve essere mediata, perché se non è mediata non si può accedere a Dio (così come all’inizio del Vangelo di Giovanni i primi discepoli riconoscono Gesù tramite la mediazione di Giovanni che indica l’agnello di Dio).
13Costoro non dai sangui, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio sono generati. Si parla di una generazione che avviene per mezzo di Dio, per diventare figli di Dio non ci vuole lo sforzo personale, la volontà non basta, c’è bisogno di essere generati dall’alto (cfr. Gv 4, il dialogo con Nicodemo), con un’azione personale di Dio che noi identifichiamo con il battesimo.
14E la Parola divenne carne e fece la tenda tra noi, e abbiamo visto la sua gloria, gloria come unigenito dal Padre, piena di grazia e verità. 15Giovanni testimonia riguardo a lei e grida dicendo: «Costui era [colui] del quale dissi: “Colui che viene dopo di me, sta davanti a me, poiché era prima di me”. Poiché dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto una grazia in luogo di un’altra. Il termine carne allude alla totalità dell’essere umano. “Porre la tenda” rimanda al cammino di Israele nel deserto e alla tenda del convegno di Mosè (Esodo 40) in cui è custodita la Legge. La tenda è la dimora di Dio ed è una dimora provvisoria, non è una casa ma una tenda, ad indicare che non è in questo mondo che il Verbo mette radici; il Verbo diviene uomo e la Parola inizia a camminare tra gli uomini e stare nel cuore dell’uomo.
Tutto ciò produce una novità, come si evince da due parole, grazia e verità, che sono opposte alla parola legge, cioè alla prima alleanza. Gesù, venuto nel mondo, esprime grazia e verità. Il termine grazia rimanda alla gratuità, a qualcosa che non deriva da un merito umano, al contrario della legge. Il termine Verità rimanda a Dio. In Gesù c’è un disvelamento pieno dell’identità di Dio. Gesù ci fa conoscere Dio facendoci diventare suoi figli, in una relazione di filiazione: 17Poiché la legge fu data per mezzo di Mosé, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. 18Dio nessuno lo ha visto mai, l’unigenito Dio, che è presso il seno del Padre, questi lo ha svelato».
Il brano quindi esprime una storia che è quella di ciascuno di noi.
- Alcune domande per riflettere
- Il vangelo testimonia una Parola che è Dio: credi che le parole di Cristo esprimono Dio che ti parla? La consideri indispensabile?
- Il vangelo mostra che Dio si vuole servire della testimonianza umana per mostrarsi agli uomini: quanto il tuo rapporto con Dio è personale/mediato dai Suoi testimoni?
- L’uomo ha la possibilità di negare la luminosità della luce: pensi di essere cieco o vedente?
- La Parola di Dio ci porta (per grazia, cioè gratuitamente) la verità che supera la dimensione della legge: qual’è per te questa verità?
Chiediamoci quanto accogliamo questa Parola nel nostro oggi, quanto accogliamo Gesù Bambino, che sono tutte le novità che ci chiedono accoglienza. La novità è sempre inaspettata, spiazzante, vuole essere accolta. In questo periodo le novità sono molte. Che in questo tempo possa il Signore rinnovarci nella disponibilità ad accogliere le novità: magari scopriremo così che tutto ciò ci rende come gli “otri nuovi”, più elastici, rispetto a quelli duri e sclerotizzati che non riescono a cogliere la novità.