Intermezzo Pasquale – Mt 28,1-10 15/04/2020

1. Il testo 

1Dopo il sabato, al sorgere del primo giorno della settimana venne Maria, la Maddalena, e l’altra Maria per vedere il sepolcro. 2 Ed ecco un terremoto grande avvenne. Infatti un angelo del Signore, disceso dal cielo e avvicinatosi fece rotolare la pietra e si sedette sopra di essa. 3Era il suo aspetto come la folgore e il suo abito bianco come la neve. 4Dalla paura di lui furono scossi i custodi e divennero come morti. 5Rispondendo l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura voi, so infatti che Gesù il crocifisso cercate. 6Non è qui, è risorto, infatti, come disse. Venite, conoscete il luogo dove giaceva e subito andate, dite ai suoi discepoli che è risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea. Lì lo vedrete. Ecco ve [l’]ho detto». 8E ritornate velocemente dal sepolcro con paura e grande gioia corsero ad annunciare ai suoi discepoli. 9Ed ecco Gesù venne incontro loro dicendo: «Gioite». Quelle avvicinatesi, presero i suoi piedi e lo adorarono. 10Allora disse loro Gesù: «Non abbiate paura, andate ad annunciare ai miei fratelli che ritornino in Galilea, lì mi vedranno» .

2. Il messaggio

               1Dopo il sabato, al sorgere del primo giorno della settimana venne Maria, la Maddalena, e l’altra Maria per vedere il sepolcro. All’inizio del brano ci viene detto che il primo giorno dopo il sabato, che è al contempo il primo giorno della settimana. Le due donne Maria Maddalena e Maria di Magdala vanno per vedere il sepolcro. Nel testo troviamo molti verbi del “vedere”: essi ci danno l’idea del movimento del brano e ci guidano al suo significato. Il primo, theorein, indica l’atto di vedere il sepolcro da parte delle due donne. Si tratta di una intenzione da parte di esse, l’intenzione di vedere/contemplare la tomba. Prima che ciò possa avvenire accade qualcosa.

               2Infatti un angelo del Signore, disceso dal cielo e avvicinato si fece rotolare la pietra e si sedette sopra di essa. Si tratta di un’azione particolare. Se infatti questi non l’avesse rotolata, le donne non avrebbero potuto avere accesso al sepolcro. Il sepolcro rappresenta ciò che le donne vogliono vedere, ma allo stesso tempo ciò che non le porterà all’autentico oggetto del loro “vedere”.

                2 Ed ecco un terremoto grande avvenne. Il terremoto serve a rimuovere ciò che di fatto non è centrale nel percorso di queste donne: il sepolcro. A volte ciò che viene rotolato, eliminato, rimosso, non è utile alla nostra vita. Le donne devono andare oltre la pietra e oltre il sepolcro per poter autenticamente “vedere”. Il versetto è determinante perché ci mostra come le donne vogliono vedere la tomba, l’angelo invece le porta alla consapevolezza che vedere il sepolcro non le porta a nulla, perché lì Gesù non c’è. La presenza dell’angelo, inoltre, crea una diversificazione degli atteggiamenti. Infatti, questi fa tramortire dalla paura i custodi tanto da fargli perdere i sensi: 4Dalla paura di lui furono scossi i custodi e divennero come morti. Lo stesso angelo invece dice alle donne di non avere paura perché sa che le donne cercano il crocifisso Gesù, che invece è risorto: 5Rispondendo l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura voi, so infatti che Gesù il crocifisso cercate. L’angelo sta dicendo alle donne che l’obiettivo del loro cammino non è lì.

               Successivamente, l’angelo chiede alle donne di entrare nel sepolcro per vedere: 6Non è qui, è risorto, infatti, come disse. Venite, conoscete il luogo dove giaceva e subito andate, dite ai suoi discepoli che è risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea. Lì lo vedrete. Ecco ve [l’]ho detto». In questo caso il “vedere” è un verbo diverso da quello precedente, idein, indica un “conoscere” e comporta una certezza. E’ come se l’angelo esortasse le donne a fare esperienza di dove Gesù giacesse perché non è più lì.

               Subito dopo l’angelo dice alle donne di andare e annunciare ai suoi discepoli che Gesù è risorto e comunica loro anche il fatto che le precederà in Galilea e che lì lo vedranno. Quest’ultimo, orao, è un altro verbo che indica il “vedere” e ha la valenza di un terzo atteggiamento interiore.

               Andando per ordine di percorso, il primo atteggiamento è quello di un vedere fisico della tomba, come se si vedesse un morto ed è quindi un vedere ancora profondamente umano. Il secondo atteggiamento di vedere è un constatare, un conoscere che nel sepolcro Gesù non c’è. Il terzo verbo invece è finalmente il vedere Gesù. Che presuppone di aver fatto un cammino e un atto di fede necessario all’incontro con Gesù. Questi tre verbi indicano il movimento interiore che dobbiamo fare per vedere Gesù. Bisogna infatti fare delle operazioni interiori: non si vede Gesù con gli stessi occhi prima e dopo la Resurrezione, perché bisogna saper riconoscere che Gesù è risorto. Per poter riconoscere Il Risorto dobbiamo compiere un atto di fede. Il compito dell’angelo è, quindi, accompagnare queste donne a camminare interiormente e ciò viene espresso con la modalità del “vedere”, nei tre significati espressi sopra.

               Inoltre l’angelo, chiedendo alle donne di annunciare la Parola, ci sta dicendo che per annunciare una Parola bisogna crederci. Per Maria di Magdala e Maria Maddalena non basta aver visto la tomba vuota per dire che Gesù è risorto, ma occorre cambiare il modo di vedere, e perciò che l’angelo mette sulla bocca e nel cuore di queste donne l’annuncio di Resurrezione. «Ecco, ve l’ho detto» sono parole che esprimono la Parola alla quale credere, in quanto quella è anche la Parola di Gesù. Quindi, quanto enunciato finora esprime che per vedere Gesù bisogna credere alla sua Parola e vedere il Suo segno. Bisogna saper vedere, e quindi riconoscere che la tomba vuota è segno del Cristo Risorto.

               Per poter arrivare al terzo tipo di “vedere” interiore occorre però metterci qualcosa di nostro, perché non basta l’evidenza. Ciò che occorre è la nostra adesione alla Parola propostaci. Si incontra Gesù nella misura in cui si accoglie la sua Parola, ed è questo il punto centrale del Vangelo. Quest’ultimo, se manca la Fede, esclude la possibilità di incontrare Cristo.

               Difatti, il brano continua con l’incontro con Cristo da parte delle donne, che mettono esattamente in pratica quella che è la Parola annunciata loro: 8E ritornate velocemente dal sepolcro con paura e grande gioia corsero ad annunciare ai suoi discepoli. Infatti, ritornate dal sepolcro esse, con paura e grande gioia, e quindi credendo alla Parola corrono per andare ad annunciarla ai discepoli. Quindi, nel momento in cui queste donne hanno ricevuto l’annuncio lo fanno proprio, ci credono, e lo mettono in pratica perché stanno già facendo quello che l’angelo ha chiesto loro.

               A questo punto, Gesù viene loro incontro: 9Ed ecco Gesù venne incontro loro dicendo: «Gioite». Quelle avvicinatesi, presero i suoi piedi e lo adorarono. È un’immagine bellissima perché esprime il fatto che è Gesù stesso ad avvicinarsi. Non siamo noi che troviamo Gesù perché facciamo una ricerca nel sepolcro. Ma anzi, nel momento in cui abbiamo Fede è Lui che ci viene incontro direttamente dicendo: «Gioite». Il verbo chairein si può tradurre anche “Salve”, “Salute”, “Ave” ed esprime un saluto, lo abbiamo tradotto con “gioite” perché è manifestazione anche di contentezza d’animo.

               Successivamente, si dice che le donne si avvicinano a Gesù, Gli prendono i piedi e quindi Lo adorano. In quel momento le donne Gli si prostrano ai piedi riconoscendolo nella Sua dimensione divina. Gesù viene poi a togliere la dimensione della paura delle donne e ripete la stessa frase che l’angelo ha detto loro: 10Allora disse loro Gesù: «Non abbiate paura, andate ad annunciare ai miei fratelli che ritornino in Galilea, lì mi vedranno». Questa è la frase chiave che offre loro per avere piena fiducia in Gesù.

               La Galilea designa il luogo dove Gesù ha voluto cominciare la sua predicazione. La Galilea delle genti è il luogo più distante da Gerusalemme, ed anche il luogo dei culti pagani, del commercio e della minor sensibilità religiosa ebraica. Eppure Gesù vuole che i discepoli comincino ad annunciare proprio da dove è iniziato tutto: sia perché Gesù viene da  Nazareth, sia perché la sua predicazione comincia in Galilea. Gesù quindi vuole esortare loro a ricominciare la predicazione lì dove Lui l’ha cominciata per ricalcare l’azione di Cristo, che corrisponde alla predicazione del Regno di Dio. E, per l’appunto, l’azione di Cristo corrisponde con annunciare il Vangelo. Il compito dei discepoli è quindi ricalcare nuovamente con Gesù Risorto le azioni della predicazione del Regno che Gesù ha compiuto.

               Possiamo ricordarci anche del Vangelo di Matteo che si conclude dicendo: «Andate, io sono in mezzo a voi fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20): la presenza di Gesù continua ad essere nella comunità, il cui compito è di ascoltare, fare propria la Parola, ed annunciare il Vangelo. Infine, occorre la fase della testimonianza perché questo Vangelo va portato anche ai fratelli. Nella misura in cui noi crederemo alla Parola noi faremo autenticamente esperienza del Signore perché è Lui che ci verrà incontro.

               Il problema è che molto spesso i nostri stili di vita sono distraenti, cioè ci portano a minimizzare e a relativizzare la presenza di questa Parola. Questo è il nostro tempo e la nostra sfida: venire incontro ad uno stile di vita in cui si riduce la capacità di ascolto.

3. Le risonanze personali

               vv. 1-10 L’angelo esorta le donne ad andare ad annunciare ai discepoli che Gesù è Risorto. Gesù appare alle donne, loro lo riconoscono e le esorta a non avere paura. Perché Gesù appare? I verbi che ricorrono spesso nel brano sono: annunciare, vedere e correre.

               v. 2 Il terremoto e la manifestazione dell’angelo del Signore, con le loro conseguenze, mi ricordano la nube che guida gli Ebrei nel passaggio del Mar Rosso, e che per gli Ebrei è luce, per gli Egizi è ombra. La Resurrezione è pietra di scandalo, provoca reazioni diverse, anche in noi.