1) Lc 1-17 – 18/09/19

1. Il testo

                1Poiché molti hanno messo mano a ordinare un racconto riguardo alle cose compiutesi tra noi, come le trasmisero a noi coloro che dall’inizio [furono] testimoni oculari e divennero servitori della parola, 3sembrò [bene] anche a me, che seguo dappresso, di scrivere per te, illustre Teofilo, su ogni cosa dall’inizio accuratamente in ordine 4 affinché, conosciutele, tu fossi istruito sulla solidità delle parole [ricevute].

                5Avvenne in quei giorni, mentre Erode era re della Giudea, che [vi era] un sacerdote di nome Zaccaria della tribù di Abìa, e sua moglie [era] delle figlie di Aronne e il suo nome [era] Elisabetta. 6Erano giusti entrambi davanti a Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti e le prescrizioni del Signore. 7E non avevano [alcun] figlio, perché Elisabetta era sterile, e ambedue erano avanti nei loro giorni. 8Avvenne che mentre lui officiava nel turno della sua classe davanti a Dio, 9secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di bruciare incenso entrando nel tempio del Signore. 10E l’intera moltitudine del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso. 11Fu visto da lui un angelo del Signore che stava alla destra dell’altare dell’incenso. 12E fu scosso Zaccaria avendolo visto e la paura cadde su di lui. 13Disse a lui l’angelo: «Non avere paura Zaccaria, poiché la tua preghiera è stata esaudita, e tua moglie Elisabetta genererà un figlio a te e chiamerai il suo nome Giovanni. 14E sarà per te una gioia ed esulterai e molti gioiranno per la sua nascita. 15Sarà infatti grande davanti al Signore, e non berrà vino né bevanda inebriante e sarà riempito di Spirito Santo già dal seno di sua madre, 16e molti dei figli di Israele ricondurrà al Signore Dio loro. 17 Ed egli camminerà davanti a Lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto».

2. Il messaggio

                Nella prima parte del brano Luca si presenta al suo uditorio; l’evangelista infatti non appartiene alla generazione degli apostoli, ma a quella successiva. Giovanni e Matteo sono due apostoli, Marco è discepolo di Pietro, Luca invece è discepolo di Paolo. Si presenta così: 1 Poiché molti hanno messo mano a ordinare un racconto; egli lascia intendere che un racconto esiste già, che le cose che Gesù ha detto sono state già trasmesse, anche in diversi modi. L’evangelista si predispone dunque a mettere insieme queste cose trasmesse dai testimoni oculari. Ci soffermeremo sul fatto che coloro che sono stati testimoni oculari sono poi divenuti servi della Parola: è la Parola che fa da padrona e comanda quello che si deve fare. Ma la domanda che ci possiamo porre è: da testimoni oculari si diventa automaticamente servi della Parola? Tutte le persone che ascoltano il Vangelo diventano cristiane, nel senso che la Parola diventa automaticamente la loro vita?

                Non si tratta di qualcosa di automatico, Luca ce lo spiega facendo proprio riferimento a se stesso: egli è diventato servo della Parola facendo la stessa cosa che hanno fatto i testimoni oculari, cioè trasmettendo la Parola a noi (come le trasmisero a noi coloro che dall’inizio [furono] testimoni oculari e divennero servitori della parola, 3sembrò [bene] anche a me, che seguo dappresso, di scrivere per te, illustre Teofilo, su ogni cosa dall’inizio accuratamente in ordine 4affinché, conosciutele, tu fossi istruito sulla solidità delle parole [ricevute]).E’ come se ci fosse una catena che si mette in funzione quando diventiamo servi della Parola. Questo procedimento è tipico della vita cristiana, ed arriva a Teofilo, che rappresenta la persona interessata a sapere le cose di Dio, perché si renda conto della solidità delle cose dette su cui poggiare la propria vita. In questo consiste la fede, appoggiarsi alla Parola mettendola in pratica perché è vera.

                5Avvenne in quei giorni, mentre Erode era re della Giudea, che [vi era] un sacerdote di nome Zaccaria della tribù di Abìa, e sua moglie [era] delle figlie di Aronne e il suo nome [era] Elisabetta. Questa presentazione del sacerdote e di sua moglie è molto particolare perché sono entrambi giusti, sono descritti come persone che camminano irreprensibili nei comandamenti e nelle prescrizioni del Signore. I comandamenti sono quelli che conosciamo, le prescrizioni della legge ebraica invece sono i 313 precetti: Zaccaria ed Elisabetta li rispettano tutti, ma non con uno spirito farisaico.

                6Erano giusti entrambi davanti a Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti e le prescrizioni del Signore. 7E non avevano [alcun] figlio, perché Elisabetta era sterile, e ambedue erano avanti nei loro giorni. Questa situazione di stretta osservanza di Zaccaria ed Elisabetta contrasta tuttavia con la loro sterilità. La notazione lucana sembra sottolineare che la sterilità non dipenda dalla cattiveria della persona (sono irreprensibili); questa sterilità sembra ormai una cosa acclamata e definitiva, non solo legata ad una questione organica di Elisabetta, ma anche alla sua età. Altrimenti detto, se anche Elisabetta fosse stata non sterile, la sua età avanzata non le avrebbe potuto dare figli.

                8Avvenne che mentre lui officiava nel turno della sua classe davanti a Dio, 9secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di bruciare incenso entrando nel tempio del Signore. 10E l’intera moltitudine del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso. Nel tempio officiano molti sacerdoti e ruotano secondo la classe di appartenenza; è il turno della classe di Zaccaria. Egli entra nel tempio e mentre gli altri pregano fuori, gli appare un angelo del Signore: 11Fu visto da lui un angelo del Signore che stava alla destra dellaltare dellincenso. 12E fu scosso Zaccaria avendolo visto e la paura cadde su di lui. La paura ha uno strettissimo collegamento con la presenza di Dio, Adamo pecca, ha paura e si nasconde alla presenza di Dio; così è per ogni uomo che ha peccato, dopo aver peccato ha paura in presenza dell’altro perché è come se il suo errore venga denunciato e quindi teme che Dio possa rivalersi. Ogni volta che interviene l’elemento della paura, questo ha sempre a che fare con la relazione con Dio.

                13Disse a lui l’angelo: «Non avere paura Zaccaria, poiché la tua preghiera è stata esaudita, e tua moglie Elisabetta genererà un figlio a te e chiamerai il suo nome Giovanni. 14E sarà per te una gioia ed esulterai e molti gioiranno per la sua nascita. 15Sarà infatti grande davanti al Signore, e non berrà vino né bevanda inebriante e sarà riempito di Spirito Santo già dal seno di sua madre, 16e molti dei figli di Israele ricondurrà al Signore Dio loro. 17 Ed egli camminerà davanti a Lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto». Quando Dio – o lo stesso Gesù – si apprestano a parlare all’uomo dicono sempre di «non temere», e lo stesso accade per Zaccaria, perché Dio vuole annullare quella distanza che l’uomo ha creato con la sua disobbedienza e gli va incontro rassicurandolo. La paura è sempre collegata ad una mancanza di fede. La preghiera di Zaccaria è stata esaudita; il fatto che nel cuore di Zaccaria possa ancora esserci il desiderio di un figlio non significa che questi nel tempio abbia pregato per questo. Viste le loro condizioni, la preghiera di quel momento è la preghiera officiante di lui che rappresenta il popolo. Qualunque sacerdote sull’altare non rappresenta solo se stesso ma tutta l’assemblea, e porta tutti quelli che sono i desideri, le preghiere dei presenti affinché possano salire a Dio.

                Il desiderio di Zaccaria di avere un figlio è così trasformato da Dio in una gioia per tutti, 14 E sarà per te una gioia ed esulterai e molti gioiranno per la sua nascita. La gioia deriva dallo stare alla presenza del Signore. C’è un’espressione che nel testo ricorre quattro volte ed è «davanti a Dio» (v. 6: Erano giusti entrambi davanti a Dio; v. 8: Avvenne che mentre lui officiava nel turno della sua classe davanti a Dio; v. 15: Sarà infatti grande davanti al Signore; v. 17: Ed egli camminerà davanti a Lui) a conferma del suo significato particolare. L’uomo prova gioia a stare davanti a Dio, e questo bambino ne è una dimostrazione, ha la capacità di stare davanti a Dio e ricondurrà molti dei figli d’Israele davanti a  Lui, ricondurrà i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti. La gioia del popolo è data da un bambino che riuscirà a stare davanti a Dio e proprio per questo ricondurrà il popolo a Lui. Se Giovanni fallisse, fallirebbero anche tutti quelli che lui porta al Signore; non potrebbe condurre il popolo al Signore se lui stesso si deviasse.

                Per ricondurre i cuori dei padri verso i figli, un figlio che nasce può crescere bene se un padre non si riconduce a Dio? Ancora una volta c’è una forma di collegamento nelle generazioni, non solo tra colui che il Signore manda e il popolo, ma tra i padri e i figli, c’è una corresponsabilità di tutti. Dio interviene miracolosamente nella storia, ma senza la risposta dell’uomo le cose non cambiano perché Lui attende la nostra adesione alla Sua volontà.

                Ritorniamo allora alla domanda iniziale: siamo sicuri che tutti i testimoni oculari possano diventare servitori della Parola? La risposta è negativa, perché diventeremo servitori soltanto se, ascoltandola, la faremo diventare orientamento della nostra vita. Possiamo anche rispondere di no a ciò che Dio ci manda per fare luce. Possiamo comunque continuare a scegliere di fare ciò che si faceva prima a prescindere dalla venuta del Battista.

                Il brano dunque ha una sua unità, all’inizio ci racconta come si trasmette la fede, poi continua dicendo che Dio interviene nella storia andando dalle persone che riescono a camminare davanti a Lui, persone che però devono essere pronte ad accettarlo «per preparare al Signore un popolo ben disposto». Il verbo “preparare” e “disporre” hanno lo stesso significato, dobbiamo avere la disposizione d’animo di dire “sì”” alla Parola di Dio.  Ecco perché Giovanni il Battista, è il precursore, colui che prepara la strada alla Parola di Dio che sta arrivando.

3. Le risonanze personali

vv. 1-17 Nel prologo Luca mette in chiaro il suo DOVERE di ordinare le cose accadute, in modo tale da invitare a chi legge a istruirsi e appoggiarsi alla Parola di Dio che porta al passaggio da semplici testimoni oculari a veri servitori della Parola. Luca ci invita quindi a leggere la Parola con una certa consapevolezza che tutto può cambiare se abbiamo fede. Ci parla di Zaccaria e Elisabetta, sposati e giusti; questo va in contrasto con il fatto che non hanno figli ,e in questo caso la sterilità non è una forma di peccato . Descrive Zaccaria, che è un sacerdote, è di turno al tempio e mentre tutti pregano fuori lui vede un Angelo alla destra dell’incenso dell’altare , inizialmente si spaventa ma l’angelo, placando la sua paura, gli porta un annuncio di gioia («avrai un figlio») ,non un figlio qualunque , ma colui che riporterà i giusti davanti al Signore , sarà quel figlio che camminerà con il Signore e opererà per lui . Qui sorge una domanda: Siamo capaci di stare davanti al signore ? Ritornano anche i presupposti di Luca, ovvero la trasformazione da testimoni oculari a servi della Parola, questo avviene facendo la volontà del signore

4 affinché, conosciutele, tu fossi istruito sulla solidità delle parole [ricevute].Istruito” e solidità” sono due caratteristiche attribuite alla Parola di Gesù, connotandola di stabilità, nonostante i tempi, i luoghi e le persone diverse, e proprio per questo in ogni tempo la sua Parola ha il potere d’istruire e formare il cuore delle persone che l’accolgono. Luca decide di essere anch’egli strumento di Dio, e presta le sue mani affinché anche noi oggi possiamo beneficiare dei vantaggi di chi ha scelto di servire la sua Parola.

6Erano giusti entrambi davanti a Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti e le prescrizioni del Signore Luca sceglie di cominciare il suo racconto partendo dalla storia di una coppia che sceglie di dedicare la propria vita a Dio. Zaccaria ed Elisabetta sono giusti davanti a Dio, perché obbediscono e rispettano tutto quanto viene da Dio e soprattutto lo fanno per Dio. Il Signore non è indifferente a questa loro scelta ed è attento alle loro necessità ed esaudisce, realizza le loro preghiere con i tempi e i progetti però che sono suoi e non quelli di Zaccaria ed Elisabetta, infatti dona loro un figlio in età avanzata. Non si tratta di un figlio qualunque, ma di  un figlio che preparerà la strada a Gesù e avrà il compito di ricondurre a Dio i cuori delle persone. Questo Vangelo conforta molto perché sottolinea che Dio è onnipresente alle necessità dell’uomo e che sta all’uomo avere fiducia che le proprie preghiere sono state già esaudite davanti a Dio ed attendere la loro realizzazione quando e come vuole Lui.